Affitti brevi, arriva la stretta del governo: cosa cambia e per chi

Stefano Rizzuti

14 Aprile 2023 - 11:15

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La ministra del Turismo, Daniela Santanchè, annuncia una stretta sugli affitti brevi: cosa può cambiare e per chi, tra proprietari di casa e turisti?

Affitti brevi, arriva la stretta del governo: cosa cambia e per chi

Dal settore turistico arrivano buone notizie per l’Italia, con l’aumento dei flussi registrati nei giorni di Pasqua e il tutto esaurito atteso anche per il 25 aprile. Le città d’arte si popolano di turisti che spesso alloggiano non solo negli alberghi, ma anche e soprattutto negli appartamenti messi in fitto per pochi giorni.

Proprio sugli affitti brevi, però, il governo è intenzionato a intervenire al più presto, con una vera e propria stretta: le regole devono essere più rigide, secondo la ministra del Turismo Daniela Santanchè. Lo chiedono i sindaci delle più grandi città, che vogliono un intervento a livello nazionale. Ma la stretta non sembra condivisa dalle organizzazioni del settore, come Confedilizia, che puntano più che altro a riorganizzare le regole attuali.

La ministra ritiene che le norme attualmente esistenti siano poche e non vengono applicate e per questo servirebbe una vera regolamentazione, in attesa di capire cosa farà anche l’Ue. Santanchè ha avviato un tavolo con le associazioni di categoria per definire le nuove regole, ma prima è necessario “capire quanti sono gli affitti brevi e dove sono: dobbiamo fare una mappatura”.

Stretta sugli affitti brevi, cosa può cambiare?

Santanchè ha detto chiaramente che “il far west deve finire”: a suo giudizio servono regole più stringenti sugli affitti brevi, per evitare l’eccessiva diffusione dei b&b soprattutto in alcune zone e alcuni edifici delle grandi città. La stretta, come spiega la ministra in un’intervista al Messaggero, dovrà comunque tenere conto di alcune peculiarità: “Nei piccoli borghi, dove non ci sono strutture ricettive, l’affitto breve è l’unica soluzione”. E, assicura, non si impedirà mai alle famiglie di affittare una stanza o un appartamento, ma bisogna invece inserire paletti per chi gestisce decine di appartamenti.

Stretta sugli affitti brevi, le richieste dei sindaci

La stretta sugli affitti brevi viene chiesta da tempo dai sindaci, che chiedono di regolamentare le piattaforme esistenti. Per esempio c’è la proposta del primo cittadino di Bologna, Matteo Lepore, secondo il quale si dovrebbero autorizzare gli affitti brevi sopra i 90 giorni l’anno con delle licenze da rinnovare ogni cinque anni. Tutto ciò considerando le zone delle città per cui emettere queste autorizzazioni.

Da Firenze il sindaco Dario Nardella chiede che si trovi una soluzione nazionale, non lasciando i sindaci da soli ad affrontare quello che ritengono un problema, peraltro con condizioni che rischierebbero di diventare disomogenee con nette differenze da città a città.

Chi non vuole regole più stringenti sugli affitti brevi

Confedilizia e altre 12 organizzazioni del settore hanno invece un’idea diversa: quello che chiedono alla ministra è di sistemare la normativa vigente, ma non di creare nuove regole. Anzi, ciò che chiedono è di abrogare due norme. La prima riguarda il Comune di Venezia, che può limitare gli affitti brevi nel centro storico.

La seconda misura che chiedono di abolire è quella che trasforma il proprietario che ricorre agli affitti brevi per più di quattro appartamenti in imprenditore. Ci sono, poi, anche altre proposte: per esempio la riduzione a un unico adempimento a carico del proprietario della comunicazione alla questura sui dati e le informazioni richieste. Ancora, si punta a un’uniformità nazionale di tutte le regole attualmente esistenti a livello regionale e comunale. Infine le associazioni chiedono anche di attivare il Codice identificativo nazionale, introdotto nel 2019 ma ancora non operativo.

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