Il tg satirico di Antonio Ricci cambia volto: “Striscia la Notizia” diventa settimanale e si sposta in prima serata. Una rivoluzione che segna la fine di un’epoca per Canale 5.
Striscia la Notizia cambia forma. I più affezionati al tg satirico di Canale 5 potrebbero non aver digerito la notizia che presto il programma verrà trasmesso solo una volta a settimana in prima serata.
Dopo anni e anni di notizie satiriche e servizi sui disagi e i malfunzionamenti che affliggono i cittadini, il programma ideato da Antonio Ricci nel 1988 cambierà programmazione.
La decisione, che era nell’aria già da tempo, rappresenta una svolta epocale per la rete e per i telespettatori italiani. Striscia la Notizia, infatti, non è mai stato solo un programma di intrattenimento: ha incarnato un modo tutto italiano di fare satira, mescolando ironia e denuncia, leggerezza e impegno civile.
Le sue inchieste, i suoi personaggi, i suoi conduttori storici - da Ezio Greggio a Enzo Iacchetti, da Ficarra e Picone a Michelle Hunziker – sono entrati nell’immaginario collettivo.
Ora, con il passaggio a un solo appuntamento settimanale, qualcosa cambia radicalmente. Non sarà più il classico appuntamento serale che da decenni accompagna milioni di italiani dopo il Tg5. Scopriamo cosa cambierà e perché si è giunti a questa decisione: ecco tutto quello che gli affezionati e i nostalgici di Striscia la Notizia devono sapere.
Addio (o quasi) a Striscia la Notizia: ecco cosa cambierà
Il nuovo corso di Striscia la Notizia prevede una trasformazione profonda nella formula e nella collocazione. Da appuntamento quotidiano dell’access prime time, il tg satirico diventerà un programma settimanale in prima serata, probabilmente a partire da metà novembre. Le puntate saranno più lunghe e i servizi avranno maggiore spazio e respiro, con inchieste più articolate e approfondite.
La scelta non è improvvisa: già durante l’estate Mediaset aveva annunciato una “fase di evoluzione” per Canale 5 e per i suoi format storici. Tuttavia, il successo – in parte inatteso della Ruota della Fortuna di Gerry Scotti, che domina gli ascolti nella fascia preserale, ha accelerato la decisione. La rete, infatti, ha scelto di mantenere stabile un prodotto vincente e di spostare “Striscia” in una fascia più prestigiosa ma anche più competitiva.
L’idea è di proporre un programma rinnovato, capace di adattarsi ai tempi e alle nuove abitudini del pubblico. Le puntate settimanali consentiranno a Ricci e alla sua squadra di lavorare su contenuti più curati, con un taglio quasi da magazine televisivo. Saranno potenziati gli aspetti di inchiesta e approfondimento, ma resterà intatto il tono ironico che da sempre contraddistingue “Striscia”. Alcuni temono che Striscia diventi un ibrido tra il vecchio programma e quello de Le Iene su Italia Uno.
Striscia la Notizia cambia forma: ecco perché
La trasformazione di “Striscia la Notizia” non nasce da un’improvvisa decisione, ma da una strategia meditata di rinnovamento. Negli ultimi anni, gli ascolti del programma erano progressivamente calati, segnando un lento ma costante distacco dal pubblico. La concorrenza crescente, la frammentazione dell’audience e la nuova offerta di contenuti digitali hanno reso più difficile mantenere alta l’attenzione del pubblico nella fascia dell’access prime time.
Pier Silvio Berlusconi, amministratore delegato di Mediaset, ha sottolineato che il cambiamento è frutto di una scelta condivisa con Antonio Ricci, e non di una rottura. “Tutte le decisioni – ha dichiarato – sono state prese in totale sintonia. Striscia è un pezzo di storia della nostra televisione e tornerà in una nuova veste”.
In questa logica, la nuova versione del programma rappresenta un tentativo di evoluzione, più che un addio. Il passaggio alla prima serata, infatti, non segna una fine ma un rilancio: il tg satirico potrà godere di maggiore libertà editoriale, di spazi più ampi e di una collocazione capace di valorizzare il suo potenziale.
Certo, per i telespettatori abituati al ritmo quotidiano di “Striscia” sarà un cambiamento radicale. Certo bisognerà capire se sarà in grado di mantenere il suo tratto “unico”, senza diventare troppo simile a Le Iene, come hanno commentato alcuni telespettatori sui social. Ma la storia della televisione è fatta anche di trasformazioni, e questa potrebbe essere l’occasione per far rinascere un format che ha segnato un’epoca, restando fedele al suo spirito originario: divertire, informare e denunciare, sempre con il sorriso.
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