Addio all’insalata nelle buste e al cestino di fragole? Perché i prezzi di frutta e verdura possono aumentare

Stefano Rizzuti

9 Maggio 2023 - 11:42

condividi

Il regolamento europeo può mettere al bando le buste di plastica dell’insalata e i cestini di fragole venduti al supermercato: perché si rischiano aumenti dei prezzi per frutta e verdura.

Addio all’insalata nelle buste e al cestino di fragole? Perché i prezzi di frutta e verdura possono aumentare

Il nuovo regolamento Ue sugli imballaggi potrebbe eliminare l’uso delle buste di plastica per le insalate, dei cestini per le fragole, delle confezioni di pomodorini e delle reti per le arance. Molti prodotti di uso quotidiano potrebbero sparire dagli scaffali dei supermercati, secondo la denuncia di Coldiretti.

Il regolamento prevede lo stop alle confezioni monouso per frutta e verdura di peso inferiore a 1,5 chilogrammi. Secondo la Coldiretti questo comporterebbe rischi igienici-sanitari, ma anche la possibilità di maggiori sprechi. E, come sottolineano le associazioni dei consumatori, il pericolo è che aumentino i costi di questi prodotti anche per gli utenti finali.

Il rischio di uno stop riguarda anche le bottiglie formato magnum di vino. Parliamo, sia per l’ortofrutta che per il vino, di prodotti strategici per il mercato italiano e per questo Coldiretti chiede di cambiare il regolamento europeo. Quali prodotti potrebbero essere banditi e quali possono essere le conseguenze?

Dall’insalata alle fragole, i prodotti a rischio stop

I prodotti a rischio sono quelli della cosiddetta quarta gamma: le insalate in busta, la frutta confezionata, i pomodorini. Sono prodotti molto usati in Italia, come dimostra un sondaggio di Unione italian food: tre quarti degli intervistati li acquista regolarmente, il 38% lo fa tutte le settimane. L’81% del campione compra insalate in busta, il 40% ciotole di insalata, il 30% la frutta lavata e tagliata. Il giro d’affari per questi prodotti è stato di quasi un miliardo di euro nel 2022.

A rischio anche il vino?

Secondo Coldiretti il regolamento Ue porterebbe anche a una standardizzazione delle bottiglie di vino e a una riduzione del peso, eliminando il formato magnum. Inoltre dal primo gennaio del 2030 il 10% delle bevande alcoliche sul mercato dovrà avere imballaggi inseriti in sistemi di riuso, percentuale che salirà al 25% dal primo gennaio del 2040. Per i vini le percentuali saranno del 5% nel 2030 e del 10% nel 2040.

Stop alle buste di plastica e al vino, i danni per l’Italia

Come ricorda ancora Coldiretti, parliamo di due settori strategici per l’Italia. Nel 2022 il vino sui mercati stranieri ha raggiunto la quota di 8 miliardi di euro. Per l’ortofrutta il valore è stato di 5,7 miliardi, a cui aggiungere altri 4,8 miliardi per l’ortofrutta trasformata. Motivi per cui Coldiretti chiede di eliminare il divieto per le plastiche monouso per frutta e verdura, oltre che la revisione delle norme per il settore vinicolo.

Dall’insalata alla frutta, aumentano i prezzi?

A essere danneggiati potrebbero essere anche i consumatori, secondo la denuncia del Codacons. Nel caso in cui nei supermercati vengano eliminate queste confezioni, alcune categorie sarebbero più danneggiate: parliamo dei single e delle coppie senza figli, che acquistano quantità ridotte di cibo per gestire meglio la spesa e ridurre gli sprechi. Non va poi sottovalutato, secondo l’associazione, un rischio relativo ai costi per tutti i consumatori: senza la concorrenza dei prodotti confezionati non è da escludere un aumento dei prezzi di frutta e verdura da parte dei supermercati.

Iscriviti a Money.it

SONDAGGIO