Come importare auto usate dall’estero? Ecco una guida completa sulla procedura da seguire e sui costi per immatricolare un veicolo in Italia.
Importare un’automobile dall’estero può essere una valida alternativa per acquistare un veicolo a un prezzo più vantaggioso rispetto al mercato italiano. La scelta di acquistare e importare un’auto dall’estero può essere però anche dettata da motivi non prettamente economici, come nel caso di un’auto appartenente a un amico o un parente che non risiede in Italia o, perché no, per accedere a modelli non facilmente reperibili nel mercato nazionale.
D’altronde, l’usato tira sempre di più, anche più del nuovo. Difatti, nel 2025 il mercato delle auto usate ha registrato un incremento del 4,4% nei passaggi di proprietà, evidenziando una tendenza strutturale verso l’acquisto di veicoli di seconda mano che procede spedita da diverse annate.
Tuttavia, è fondamentale considerare attentamente le procedure burocratiche, i costi di trasporto e le imposte associate all’importazione di un veicolo usato dall’estero. Questa guida offre una panoramica dettagliata su come procedere all’importazione e all’immatricolazione di un’auto usata in Italia, sia che provenga da un paese dell’Unione Europea (UE) che da uno extra UE.
Importare auto dall’estero? I vantaggi economici da considerare
Acquistare un’automobile dall’estero può offrire notevoli vantaggi dal punto di vista economico. Spesso i veicoli disponibili sui mercati esteri presentano prezzi più convenienti rispetto alle offerte nazionali.
Questa differenza di prezzo può essere attribuita a diversi fattori, come la diversa politica fiscale del paese di provenienza dell’auto, la concorrenza locale o le condizioni economiche specifiche del mercato straniero. Pertanto, valutare l’acquisto di un’auto dall’estero può consentire di accedere a modelli e allestimenti che potrebbero risultare fuori budget se acquistati sul mercato nazionale.
Importare un’auto usata dall’estero costa: attenzione a trasporto e logistica
Uno degli aspetti cruciali da considerare nell’acquisto di un’automobile dall’estero sono i costi di trasporto e la logistica associata. Importare un veicolo da un altro paese comporta inevitabilmente spese aggiuntive, come il trasporto via mare o via terra, l’assicurazione durante il trasporto e tutte le formalità doganali necessarie.
È fondamentale effettuare una valutazione accurata di queste spese, prendendo in considerazione sia i costi diretti che quelli indiretti, al fine di determinare se l’importazione dell’auto sia ancora conveniente rispetto all’acquisto sul mercato nazionale.
Acquisto auto usata all’estero: imposte e dazi doganali
Un aspetto importante da tenere in considerazione quando si acquista un’automobile dall’estero sono le imposte e i dazi doganali applicabili. Ogni Paese ha le proprie regole e normative in merito all’importazione di veicoli, che possono includere imposte sull’importazione, dazi doganali e tasse aggiuntive legate all’immatricolazione del veicolo nel paese di destinazione. È essenziale essere completamente informati su queste questioni per evitare spiacevoli sorprese e per calcolare correttamente il costo totale dell’acquisto.
In caso di acquisto da Paesi UE si applicano regole diverse rispetto ai Paesi extra UE, con possibili scenari di IVA inclusa o da versare con modello F24.
Come importare un’auto usata in Italia?
L’acquisto all’estero rende necessaria l’immatricolazione dell’auto nel nostro paese. Per immatricolare l’auto e iscriverla al Pubblico Registro Automobilistico è possibile rivolgersi direttamente all’Ufficio provinciale della Motorizzazione Civile o affidarsi ad un’agenzia di pratiche automobilistiche.
Per auto usata s’intende quel veicolo che è già stato immatricolato in un Paese dell’Unione Europea che ha percorso più di 6.000 chilometri o che è stato ceduto dopo sei mesi dalla data di prima immatricolazione all’estero.
Generalmente l’importazione di veicoli usati dall’estero viene effettuata da concessionari o intermediari che provvedono, nel momento della vendita in Italia, a tutti gli adempimenti necessari. Se, invece, l’auto è stata acquistata da un soggetto privato, sarà il nuovo proprietario a dover provvedere alla re-immatricolazione in Italia.
Dopo aver effettuato le verifiche preliminari sul veicolo presso l’Ufficio provinciale della Motorizzazione Civile (UMC) si potrà richiedere l’immatricolazione procedendo successivamente all’iscrizione del veicolo al PRA.
Le modalità per immatricolare in Italia un veicolo usato proveniente dall’estero e per iscriverlo al PRA sono diverse a seconda che si tratti di:
- veicolo importato da un Paese dell’Unione Europea;
- veicolo importato da un Paese extra UE.
Immatricolazione veicoli usati importati da Paesi UE
Se il veicolo usato proviene da un Paese UE, per l’immatricolazione e l’iscrizione al PRA ci si deve rivolgere allo Sportello Telematico dell’Automobilista (STA).
Per attuare la procedura è necessario presentare la seguente documentazione:
- fotocopia di un documento d’identità dell’acquirente;
- carta di circolazione estera e fotocopia della stessa;
- istanza unificata per l’immatricolazione all’Ufficio della Motorizzazione Civile e l’iscrizione al PRA o dichiarazione di vendita autenticata;
- se l’acquirente è una persona giuridica (società, ente, associazione): dichiarazione sostitutiva resa dal legale rappresentante per attestare la sede della persona giuridica;
- se l’acquirente è un cittadino extracomunitario residente in Italia: copia del permesso di soggiorno in corso di validità: oppure copia del permesso di soggiorno scaduto con attestazione dell’avvenuta richiesta di rinnovo; oppure fotocopia del documento di identità e fotocopia della ricevuta attestante la presentazione dell’istanza di primo rilascio o copia del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo;
- se l’acquirente è un familiare extracomunitario di un cittadino dell’Unione europea residente in Italia: copia della carta di soggiorno di familiare di un cittadino dell’Unione Europea oppure copia della carta di soggiorno permanente per familiari di cittadini europei.
Per veicoli immatricolati in Germania fino al 31/05/2004 serve l’originale del Fahrzeugsbrief; per immatricolazioni dal 1/06/2004 in poi serve la copia del Fahrzeugsbrief o del nuovo documento Zulassungsbescheinigung Teil II.
Costi di immatricolazione e iscrizione per i veicoli d’importazione UE
Nella tabella seguente il dettaglio dei costi legati ad immatricolazione e iscrizione al PRA di un veicolo d’importazione:
Imposta provinciale di trascrizione | importo variabile a seconda del tipo di veicolo e della provincia di residenza |
Emolumenti ACI | 27,00 euro |
Imposta di bollo | 32,00 euro per IU + 32,00 euro per rilascio DU |
Diritti DTT | 10,20 euro |
Rilascio targhe | importo variabile in base al tipo di veicolo e al formato della targa |
Rivolgendosi allo Sportello Telematico dell’Automobilista o ad un’agenzia di pratiche automobilistiche, oltre ai costi previsti per legge, sarà addebitata la tariffa del servizio di intermediazione.
Immatricolazione veicoli usati importati da Paesi extra UE
Le richieste d’immatricolazione e iscrizione al PRA per veicoli importati da Paesi non UE non possono essere presentate allo Sportello Telematico dell’Automobilista.
Per importare un’auto proveniente da un Paese extraeuropeo bisogna procedere all’immatricolazione presso l’ufficio provinciale della Motorizzazione e poi, entro sessanta giorni dalla data di effettivo rilascio della carta di circolazione, si deve iscrivere il veicolo al Pubblico Registro Automobilistico.
Al fine di procedere all’iscrizione dell’auto al PRA è necessaria la seguente documentazione:
- una fotocopia del documento d’identità dell’acquirente;
- certificato di residenza dell’acquirente o dichiarazione sostitutiva di certificazione, qualora la residenza non sia riportata sul documento presentato, anche se l’acquirente è un cittadino italiano residente all’estero e iscritto all’AIRE; i cittadini dell’Unione Europea (UE) possono anche presentare la fotocopia dell’attestazione rilasciata dal comune comprovante l’avvenuta richiesta di iscrizione anagrafica, oppure la fotocopia dell’attestazione di soggiorno permanente rilasciata dal comune di residenza;
- modello NP2D per l’iscrizione al PRA, su cui indicare il codice fiscale dell’acquirente, stampabile dal sito o in distribuzione gratuita presso gli STA delle unità territoriali ACI (PRA) e degli uffici provinciali della Motorizzazione Civile (UMC);
- fotocopia della carta di circolazione rilasciata in Italia;
- se l’acquirente è una persona giuridica (società, ente, associazione, etc.): certificato della camera di commercio in bollo o dichiarazione sostitutiva resa dal legale rappresentante per attestare la sede della persona giuridica;
- se l’acquirente è un cittadino extracomunitario residente in Italia: copia del permesso di soggiorno in corso di validità; oppure copia del permesso di soggiorno scaduto con allegata la copia della ricevuta postale attestante l’avvenuta presentazione della richiesta di rinnovo; oppure fotocopia del documento di identità e fotocopia della ricevuta attestante la presentazione dell’istanza di primo rilascio; oppure copia del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo;
- se l’acquirente è un familiare extracomunitario di un cittadino dell’Unione Europea residente in Italia: copia della carta di soggiorno di familiare di un cittadino dell’Unione Europea oppure copia della carta di soggiorno permanente per familiari di cittadini europei.
Costi di iscrizione al PRA per veicoli d’importazione extra UE
Di seguito i costi d’iscrizione al PRA per un veicolo d’importazione extra UE:
Imposta provinciale di trascrizione | importo variabile a seconda del tipo di veicolo e della provincia di residenza |
Emolumenti ACI | 27,00 euro |
Imposta di bollo | 32,00 euro |
Anche in questo caso va aggiunta la tariffa del servizio di intermediazione se ci si rivolge a delegazioni ACI o agenzie.
Immatricolazione e iscrizione al PRA: modalità di pagamento
Il pagamento delle somme per l’immatricolazione e l’iscrizione al PRA di un veicolo importato avviene in maniera differente a seconda che la richiesta venga presentata:
- allo STA dell’unità territoriale ACI (PRA): le somme dovute possono essere versate allo sportello al momento della richiesta in contanti o con pagobancomat (sono escluse le carte di credito)
- allo STA di una delegazione ACI o di un’agenzia di pratiche auto: le somme dovute possono essere versate allo sportello aggiungendo la tariffa - in regime di libero mercato - del servizio di intermediazione
- allo STA dell’ufficio provinciale della Motorizzazione Civile (UMC): prima di recarsi allo sportello bisogna versare le somme dovute sui conti correnti postali appositamente previsti e consegnare allo sportello le relative attestazioni di versamento
I bollettini, con l’intestazione prestampata, si possono reperire gratuitamente presso gli uffici provinciali della Motorizzazione Civile.
Auto importate dall’estero: pagamento IVA
L’importazione di un’auto in Italia comporta anche il pagamento dell’IVA che, tuttavia, varia in base al veicolo:
- nel caso di auto nuova, ovvero che ha percorso meno di 6.000 km o per la quale non siano ancora scaduti sei mesi dalla data di prima immatricolazione, l’IVA va pagata nel Paese di destinazione (nella fattura di acquisto non è riportata l’IVA);
- se l’auto è usata l’IVA si intende inclusa nel prezzo di acquisto e dovrà essere indicata in fattura per evitare la richiesta un nuovo pagamento in Italia;
Al momento della richiesta di immatricolazione l’Agenzia delle Entrate deve avere già comunicato alla Motorizzazione le informazioni sull’eventuale pagamento dell’IVA da parte dei soggetti obbligati. Sono obbligati al versamento sia i soggetti IVA che i privati. Per il versamento è necessario utilizzare il modello F24 inserendo i dati del veicolo acquistato dall’estero.
Dal D. Lgs. 141/2024 (in vigore dal 2025), l’IVA all’importazione è equiparata ai dazi doganali, vale a dire che deve essere versata al momento dello sdoganamento (salvo differimento doganale per titolari di partita IVA).
In caso di prima cessione in Italia di un veicolo proveniente da Paesi UE, il venditore versa l’IVA come indicato in fattura di vendita italiana, non secondo l’importo della fattura estera.
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