Ieri avrà pure frenato dopo la corsa degli ultimi giorni, ma l’indice azionario americano S&P500 è davvero molto vicino al raggiungimento dei precedenti massimi storici. Ieri a Wall Street l’indice ha chiuso con un calo dello 0,37% a 1.676,26 punti. Il record di sempre è stato toccato il 22 maggio scorso a 1.687,18 punti. Il leggero calo di ieri interrompe una striscia positiva che andava avanti dal 3 luglio ( 8 sedute consecutive in rialzo). Ieri sono scattate le prese di beneficio, in attesa dell’audizione di Bernanke alla Camera (ore 16) e della diffusione del Beige Book della FED (ore 20).
Secondo gli analisti finanziari di Credit Suisse, l’indice azionario S&P500 può salire fino a 1.730 punti entro fine 2013 e fino a 1.900 punti entro la fine del prossimo anno. Andrew Garthwaite, strategist della banca elvetica, ritiene che “l’unica minaccia a questo scenario rialzista è data dalla convenienza relativa delle obbligazioni. Solo se il rendimento del Treasury a dieci anni, che ha raggiunto attualmente una cedola del 2,4%, dovesse salire fino al 3,25% ci sarebbero ripercussioni negative per il mercato azionario”.
Gli esperti di Axa Investment Managers restano positivi sull’azionario americano, ma ritengono che non sia il caso di incrementare ulteriormente l’esposizione sulle azioni americane sia nel breve termine che nel medio termine. La maggior parte degli analisti finanziari ritiene comunque che il legame tra il mercato del reddito fisso e le quotazioni di Wall Street continuerà a svolgere un ruolo di grande importanza nelle scelte di investimento.
© RIPRODUZIONE RISERVATA