La volatilità presente sui mercati finanziari rischia di intensificarsi a causa di alcune variabili-chiave poco note agli investitori. In primis c’è l’aumento record delle posizioni long in leva sull’azionario americano, ma anche il boom degli scambi sulle opzioni su azioni con scadenza settimanale.
Questi contratti derivati danno al compratore di opzioni la facoltà di comprare o di vendere una certa quantità di azioni a un determinato prezzo. Fino allo scorso 12 giugno sono state scambiatre mediamente 199mila opzioni weekly sull’indice azionario S&P500, ovvero il 24% dell’intero mercato di opzioni sull’indice.
L’ammontare di contratti derivati su questa scadenza di brevissimo periodo è pari a 837mila. Nel 2012 il volume degli scambi su queste opzioni era pari a 107mila contratti. L’incremento è notevole ed è particolarmente significativo per comprendere le dinamiche alla base delle oscillazioni spesso violente dei mercati finanziari delle ultime 2-3 settimane.
Il dato può essere tradotto in questo modo: gli investitori, a causa dell’incertezza sulle prossime mosse della Fed e in generale sul trend del mercato, preferiscono utilizzare contratti di opzioni sull’indice con base weekly per gestire al meglio il timing delle coperture degli eventi in grado di influenzare i mercati. Le opzioni settimanali consentono di interpretare il trend del mercato sugli eventi di breve termine.
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