Virginia Raggi, primo sindaco donna di Roma. Cosa ne pensa la stampa estera?

Sara Catalini

20/06/2016

Elezioni Roma 2016, ballottaggio: Virginia Raggi del Movimento Cinque Stelle (M5S) è il primo sindaco donna di Roma. Come è stata accolta la notizia all’estero? Alcune opinioni delle testate internazionali più autorevoli

Virginia Raggi, primo sindaco donna di Roma. Cosa ne pensa la stampa estera?

Elezioni Roma 2016, ballottaggio: Virginia Raggi è il nuovo sindaco di Roma. La candidata del M5S batte al ballottaggio Roberto Giachetti con un netto vantaggio: 67,15% contro il 32,85% del candidato PD.

L’elezione di Virginia Raggi a Roma ha segnato una vittoria elettorale decisiva per il Movimento Cinque Stelle (M5S). Tralasciando le polemiche nostrane che hanno accompagnato la campagna elettorale e il successivo ballottaggio in competizione con Roberto Giachetti del Partito Democratico, la stampa estera si è mostrata entusiasta nei confronti della “telegenica” 37enne.

Il Telegraph inglese ha definito la vittoria “abbagliante”, esprimendo una certa soddisfazione mista a stupore per il 67% delle preferenze ottenuto dalla neo eletta:

“Il suo programma di lotta alla corruzione segna un’enorme boccata di ossigeno per il partito anti-establishment fondato dal comico Beppe Grillo”.

Anche il Guardian non si è tirato indietro nel celebrare la vittoria come un evento di portata quasi storica, bissando sull’esperienza di soli tre anni che la Raggi vanta nel suo curriculum vitae come consigliere e sottolineando la tenacia dimostrata dalla donna, che si è imposta in un mondo politico dominato dagli uomini:

“La sfida maggiore affrontata dalla Raggi all’interno della sfera politica è stata quella di farsi strada in un mondo maschilista, nel quale le donne hanno lottato a lungo per essere prese sul serio”.

La sconfitta del PD a Roma era stata paventata da tempo, dopo le diffuse critica sulla gestione della città nel corso degli ultimi tre anni con il sindaco Ignazio Marino, costretto a dimettersi nel 2015 a seguito di uno scandalo legato alle sue spese personali.

Dopo il caos generato dall’inchiesta su Mafia Capitale, che ha messo in luce un sistema radicato di connivenza tra associazioni a delinquere di stampo mafioso e amministrazione romana, sembrava abbastanza assodato che primeggiasse un candidato fuori da alcune logiche di potere di cui gli italiani “hanno piene le tasche”.

All’estero si parla molto infatti del programma anti-corruzione proposto dalla Raggi con toni speranzosi come suggerisce sempre il Guardian:

“Il neo sindaco romano ha promesso di combattere la corruzione cavalcando la rabbia pubblica per gli scandali che hanno investito la capitale italiana negli ultimi anni”.

Dal Daily Mail arrivano toni altrettanto trionfalistici:

“Roma ha eletto il suo primo sindaco donna in 3000 anni, l’avvocato è pronta a contrastare l’egemonia papale nella città eterna e a sconfiggere la mafia”.

I 15 miliardi di debito ereditati dalle precedente amministrazioni Capitoline non dovrebbero scoraggiare la Raggi, secondo alcuni media americani. L’agenzia di stampa statunitense United Press International ha sostenuto che il rifiuto nostrano verso i partiti nazionali avrebbe spianato la strada alla ventata di cambiamento ora in atto in tutta Italia, come confermato dalla vittoria di Chiara Appendino, collega 5 Stelle del neo sindaco romano, che è stata eletta a Torino:

“La vittoria a Roma e a Torino di due candidati donne del 5 Stelle conferma un pericolo crescente alla stabilità del Partito Democratico e rivela un grande malcontento nazionale. Le vittorie potrebbero alimentare una futura elezione parlamentare del Movimento grillino nel 2018 secondo gli analisti”.

Dall’Hindustian Times giungono commenti e previsioni positive per il futuro dei 5 Stelle, non mancano inoltre analisi sui risultati renziani a loro dire deludenti:

“L’esuberante stella di Renzi è in una fase leggermente calante, il successo a Roma della Raggi potrebbe causare un’inclinazione in negativo del potere nazionale”.

Una pioggia di applausi in sostanza quella proveniente dai più autorevoli quotidiani europei e d’oltreoceano: per il mondo ha trionfato l’anti-globalizzazione, l’euroscetticismo e la politica “clean” di un movimento relativamente giovane che secondo la stampa internazionale ha saputo sferrare un colpo molto duro all’establishment corrotto e poco apprezzato dall’italiano medio.

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