È fissata per giovedì 10 gennaio la data in cui il presidente Chavez, rieletto per la quarta volta lo scorso ottobre, avrebbe dovuto prestare giuramento per confermare la propria elezione. Il governo e il portavoce del presidente hanno fatto sapere che Chavez non sarà presente al giuramento a causa delle sue condizioni fisiche ancora instabili. Alla notizia delle sua assenza l’opposizione ha colto l’occasione per polemizzare con il governo e chiamare a raccolta i propri sostenitori invocando nuove elezioni. Nicolàs Maduro, braccio destro di Chavez, ha fatto sapere che il governo non lascerà spazio alle polemiche scatenate dall’opposizione e che il presidente eletto governerà fino al 2019 così come voluto dagli elettori.
Chavez, la rielezione e la malattia
Lo scorso ottobre Hugo Chavez è stato nominato per la quarta volta presidente del Venezuela, ma da quel momento le sue condizioni fisiche sono notevolmente peggiorate. Chavez, affetto da un tumore maligno e già operato a Cuba, ha annunciato, in un commosso discorso in tv, la sua quarta operazione chirurgica. In occasione del discorso alla nazione dell’8 dicembre, Chavez ha anche indicato Maduro come suo successore nel caso in cui l’operazione gli impedisse di ricoprire il ruolo di presidente. Da quel momento Chavez non è più apparso in pubblico, né in televisione. L’operazione, avvenuta a Cuba e apparentemente riuscita, ha riportato in seguito alcune complicazioni, la più grave un’infezione alle vie respiratorie che ha notevolmente debilitato il presidente. Secondo le informazioni diffuse dal suo braccio destro, però, Chavez sarebbe cosciente e avrebbe ripreso a camminare.
Il giuramento
Il 10 gennaio Chavez avrebbe dovuto tornare in Venezuela per prestare giuramento come presidente. È ufficiale la notizia della sua assenza che ha scatenato la reazione e le pretese dell’opposizione. A questo punto si aprono diversi scenari possibili. Se il presidente Chavez fosse deceduto durante l’operazione la costituzione venezuelana avrebbe previsto nuove, immediate, elezioni. Per la situazione attuale invece, con Chavez in ripresa, ma comunque impossibilitato a presenziare al giuramento, la costituzione non dà precise disposizioni.
Polemica dell’opposizione
Alla notizia dell’assenza di Chavez l’opposizione ha chiamato i suoi sostenitori, invitandoli a manifestare per esigere che il presidente del parlamento assuma ad interim le funzioni di capo dello stato a partire dal 10 gennaio. "Il popolo deve prepararsi a manifestare e ad insorgere contro una violazione della Costituzione", ha dichiarato alla televisione privata Globovision, Julio Borges, deputato e coordinatore di Primero Justicia, il principale partito di opposizione a Hugo Chavez. Il partito contrario a Chavez sostiene, quindi, che il potere dovrebbe passare al presidente della Camera che, entro 30 giorni, dovrebbe indire nuove elezioni.
Risposta del governo
“Siamo compagni, siamo fratelli, siamo figli di Chavez. Chavez è stato eletto presidente e governerà dal 2013 al 2019, nessuno ne dubiti” queste le parole pronunciate da Diosdado Cabello, tenente appena confermato alla presidenza del Parlamento, apparso a reti unificate con Maduro. Sarà il tribunale supremo di giustizia del Venezuela a stabilire se l’assenza di Chavez possa essere considerata temporanea e quindi non comporti la decadenza del suo mandato. Il futuro di Chavez e dei cittadini del Venezuela dipende, quindi, dalla decisione dei 32 giudici che compongono il tribunale supremo. Ma secondo voci ufficiose, vicine al governo, i membri del tribunale sarebbero a maggioranza chavista (negli ultimi anni, infatti, nessuna decisione è stata presa contro gli interessi di Chavez) e quindi la seduta consultiva del tribunale sarebbe solo una formalità.
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