Utero in affitto, Lorenzin: sanzioni penali per chi trasgredisce?

Rosaria Vincelli

17/02/2016

Sanzioni penali per chi ricorre all’utero in affitto. Questa la proposta del Ministro Lorenzin per scoraggiare il ricorso alla pratica. Intanto ci allontaniamo dall’orientamento dell’UE

Utero in affitto, Lorenzin: sanzioni penali per chi trasgredisce?

Per scoraggiare il ricorso all’utero in affitto è necessario introdurre sanzioni penali per chi trasgredisce, questa la strada da perseguire secondo il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin che difende fermamente la sua opposizione all’utero in affitto.
L’introduzione di sanzioni penali e anche il no alla stepchild adoption sono, secondo il Ministro Lorenzin, una soluzione per evitare il ricorso all’utero in affitto, ma questo, oltre ad essere opinabile, rischia di allontanarci dall’orientamento perseguito dall’Unione Europea.

Utero in affitto: sanzioni penali e no alla stepchild adoption?

In un momento come questo in cui in Parlamento si discute del ddl Cirinnà, il disegno di legge sulle unioni civili e la stepchild adoption, il Ministro ha ribadito, in un’intervista a “Maggioranza Assoluta”, il nuovo talk in onda su Italia1, che non è disposta ad ammettere neanche la stepchild adoption perché favorisce la pratica dell’utero in affitto.

Queste le parole dure del Ministro

Da questa empasse se ne esce in due modi: o con lo stralcio dell’articolo 5, quello sulle adozioni, pensando ad esempio a un istituto ad hoc per le adozioni speciali, oppure in un modo molto forte e duro. Vale a dire dichiarando la pratica dell’utero in affitto un reato universale, perseguendolo anche se fatto all’estero con una sanzione penale. Oltre alla sanzione penale, si può impedire l’adozione da parte del convivente del bambino concepito con l’utero in affitto. Se si seguirà questa linea per le nuove nascite, si scoraggia certamente l’utilizzo di questa pratica.

Secondo il Ministro, quindi, il modo per scoraggiare il ricorso alla pratica dell’utero in affitto, anche se svolta fuori dall’Italia, sarebbe l’introduzione di sanzioni penali per i trasgressori e addirittura il divieto per il convivente di adottare il bambino concepito con l’utero in affitto.

Utero in affitto: Italia lontana dall’Unione Europea

Le proposte del Ministro Lorenzin sembrano essere una misura molto dura e netta che rischia di allontanarci sempre di più dall’orientamento perseguito dall’Unione Europea, senza dimenticare che solo l’anno scorso con una sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo l’Italia è stata condannata a risarcire una coppia sposata che aveva fatto ricorso alla pratica dell’utero in affitto in Russia e alla quale era stato, poi, allontanato il figlio.

La coppia, non potendo avere figli, aveva scelto di ricorrere ad una madre surrogata in Russia, dove la pratica è legale, ma una volta iscritto regolarmente il bambino all’anagrafe russa, ritornata in Italia, si è vista rifiutare l’iscrizione del figlio all’anagrafe italiana poiché il certificato di nascita conteneva informazioni fittizie.

Oltre al rifiuto di iscrizione all’anagrafe, la coppia ha anche dovuto subire l’allontanamento del figlio, temporaneamente affidato ad una nuova famiglia.

La Corte di Strasburgo ha disposto un risarcimento alla famiglia, condannando l’Italia al pagamento di 20.000 euro oltre ai 10.000 per le spese legali, ma non ha obbligato lo Stato italiano a restituire il bimbo alla coppia poiché “il piccolo ha indubbiamente sviluppato dei legami emotivi con la famiglia d’accoglienza con cui vive dal 2013”.

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