Il prossimo 21 gennaio Barack Obama giurerà, per la seconda volta, come presidente Usa e darà inizio ufficialmente al suo secondo mandato alla Casa Bianca. Il 2012 è stato certamente un anno difficile per Obama, come per tutti i capi di stato che hanno cercato di contrastare la crisi che attanaglia i Paesi del mondo; ma anche il nuovo anno non si prospetta più semplice.
L’accordo sul fiscal cliff
L’accordo trovato in extremis sul fiscal cliff ha permesso, almeno temporaneamente, agli Stati Uniti e ai mercati di tirare un sospiro di sollievo. Ma il rischio di cadere nel precipizio fiscale, in sostanza, è stato solo posticipato di due mesi; si preannunciano quindi settimane di nagoziati e trattative. Nonostante il risultato positivo portato a casa da Obama nei primi giorni del 2013, le critiche intorno al deficit pubblico americano non accennano a placarsi e dall’agenzia di rating Moody’s al Fondo Monetario internazionale il coro di giudizi negativi è unanime.
La cause del deficit
Per allontanare una volta per tutte l’economia americana dal fiscal cliff e far ripartire la crescita di una delle più grandi potente del mondo Obama dovrà puntare dritto alle cause che alimentano il deficit dello stato:
- il fattore numero uno è di certo la recessione che deprime le entrate fiscali a tutti i livelli della Stato
- la seconda causa del deficit sono probabilmente gli sgravi fiscali concessi da Bush dieci anni fa.
- Il terzo fattore è legato alle imprese militari americane. Hanno certamente contribuito ad alimentare il deficit la costose spedizioni militari in Afghanistan e in Iraq.
- Il quarto fattore sono le spese sociali come il medicare, che offre cure gratuite agli anziani e persone con particolari malattie, e la social security, che offre l’indennità per disoccupazione, malattia e vecchiaia.
Strategia di Obama
Appurate le principali cause del deficit, è necessario trovare le strategie più efficaci per combatterle. Il Fmi e Moody’s, posizionandosi sulla stessa lunghezza d’onda della destra repubblicana propongono di intervenire sul quarto fattore; mentre Obama ha deciso di operare sui primi tre.
- Oltre all’impegnativo piano di investimenti varato nel gennaio del 2009, per favorire la crescita Obama ha fatto slittare di due mesi i tagli automatici della spesa federale, gli elementi più depressivi del fiscal cliff.
- La manovra fiscale appena attuata agisce anche sul secondo fattore di deficit. Questa, nonostante non sia particolarmente incisiva, inverte la tendenza al calo del prelievo fiscale sui ricchi indicando una netta inversione di tendenza.
- Per quanto riguarda le due imprese militari: in Iraq la presenza delle truppe americane è ridotta ai minimi livelli e per l’Afghanistan Obama sta seguendo il piano per il graduale ritiro delle truppe.
- Affrontati i primi tre fattori Obama dovrà sacrificare anche le spese sociali, quarto fattore che alimenta il deficit. Il dibattito su questo fronte inizierà a breve, tra febbraio e marzo quando si sarà raggiunto il limite massimo di indebitamento.
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