Unioni civili, Ddl Cirinnà: ecco quali sono i diritti e i doveri dei conviventi

Stefania Manservigi

4 Febbraio 2016 - 10:11

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Il ddl Cirinnà sulle unioni civili è al centro di polemiche. Quali sono i diritti e i doveri delle coppie conviventi non sposate secondo il testo di legge?

Unioni civili, Ddl Cirinnà: ecco quali sono i diritti e i doveri dei conviventi

Nelle ultime settimane il Ddl Cirinnà sulle unioni civili in approvazione in questi giorni in Parlamento è stato al centro delle polemiche a causa delle disposizioni sul riconoscimento delle coppie omosessuali.
Tuttavia all’interno del decreto, suddiviso in tre diversi capitoli, non si parla solo dei diritti delle coppie omosessuali ma anche dei diritti e dei doveri delle coppie eterosessuali non sposate ma conviventi.
Mentre il primo capitolo è dedicato alle unioni civili, gli altri due, infatti, sono dedicati ai contratti di convivenza e riguardano quindi anche le coppie eterosessuali.
Cosa prevede il ddl Cirinnà per le coppie conviventi non sposate? Quali sono i diritti e i doveri a loro riconosciuti? Vediamolo di seguito.

Unioni civili, i diritti dei conviventi in Italia
Attualmente in Italia le coppie non sposate conviventi non hanno alcuna tutela di fronte alla legge, non essendo considerati familiari. Di conseguenza se uno dei due è malato lil partner non ha il diritto di assisterlo in ospedale e non può decidere sulla sua salute. O ancora, se uno dei due è in carcere il partner non può andare a trovarlo. In caso di morte di uno dei due, il partner può essere mandato via dalla casa dai parenti del defunto.
L’unico modo esistente per aggirare questi problemi è il ricorso a strumenti come il testamento o la nomina di un amministratore di sostegno.

Ddl Cirinnà, i diritti e i doveri delle coppie conviventi non sposate
A cercare di porre rimedio a questa situazione di discriminazione tra coppie conviventi e coppie sposate ci pensa il ddl Cirinnà che prevede e sancisce una serie di diritti e di doveri nei confronti di due persone che vivono insieme sotto lo stesso tetto con un legame di coppia, pur non essendo formalmente sposate.
Il ddl Cirinnà, quindi, riconosce alle coppie conviventi non sposate gli stessi diritti delle coppie sposate per le visite in carcere e per l’assistenza in caso di ricovero. Inoltre, in caso di morte di uno dei due partner, l’altro potrebbe rimanere nella casa familiare per un periodo compreso tra i 2 e i 5 anni qualora la convivenza abbia superato i 24 mesi.
Il ddl Cirinnà però non riconosce solo diritti in capo alle coppie conviventi non sposate, ma anche i doveri. In caso di rottura della coppia si potrà far valere il diritto al risarcimento dei danni; il partner ritenuto economicamente più debole avrà inoltre diritto all’assegno di mantenimento, che sarà calcolato in base alla durata della convivenza.

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