Unico 2014: Mini IMU e familiari a carico. I casi in cui si rischia di perdere la deduzione sulla prima casa

Simone Casavecchia

11 Settembre 2014 - 10:51

Per i contribuenti che lo scorso anno non hanno versato l’IMU e la Mini IMU c’è la possibilità di perdere la deduzione sulla prima casa in Unico 2014.

Unico 2014: Mini IMU e familiari a carico. I casi in cui si rischia di perdere la deduzione sulla prima casa

Lo scorso Gennaio sono stati molti i contribuenti italiani che si sono confrontati con un nuovo tributo sulla casa: la cosiddetta Mini-IMU, una tassa residuale che ha toccato circa 10 milioni di italiani, i cittadini, proprietari di prime case, residenti nei comuni italiani che, nel 2013, hanno deciso di elevare l’aliquota IMU al di sopra del 4 per mille, fissato dallo Stato.

Sono però gli altri contribuenti, ovvero quelli che non sono stati interessati dal pagamento della Mini-Imu lo scorso gennaio, ovvero i possessori di una prima casa appartenente alle categorie delle abitazioni di lusso, i possessori di seconde case e i possessori di una prima casa ubicata nei Comuni che non hanno deciso di elevare l’aliquota Imu al di sopra del 4 per mille, a rischiare un effetto fiscale negativo legato alla prossima presentazione del Modello Unico 2014.

Più nello specifico i contribuenti residenti nei Comuni che non hanno richiesto la Mini-Imu e che hanno familiari a carico (siano essi coniugi o figli), rischiano di perdere il beneficio della deduzione della prima casa, nei seguenti casi.

A livello fiscale le tasse sulla casa e, quindi, per lo scorso anno, l’Imu, sostituiscono l’IRPEF al fine del pagamento del reddito degli immobili (su cui la stessa Imu) è stata pagata. Chi però non ha pagato, per il periodo d’imposta 2013, né Imu né Mini-Imu è tenuto a inserire il reddito prodotto dalla prima casa nella dichiarazione dei redditi, ossia nel Modello Unico PF 2014, per calcolare il valore dell’imponibile complessivo su cui, poi, può essere applicata la deduzione prevista per la prima casa.

Contribuenti senza familiari a carico
Il caso più semplice e lineare è quello dei contribuenti senza familiari a carico, dal momento che essi non versano tributi per la prima casa poiché pagano tributi relativi solo ai propri redditi e pur inserendo il reddito prodotto dalla prima casa ai fini del calcolo dell’imponibile complessivo, godono della deduzione prevista.

Contribuenti con familiari a carico
In questo caso, sempre tenendo presente che si considerano i soli contribuenti residenti nei comuni italiani che non hanno richiesto il pagamento della Mini-Imu, viene considerato familiare a carico il coniuge, il figlio o altro familiare residente nella stessa abitazione del contribuente dichiarante che ha un reddito inferiore ai 2.840,51 euro annui. In questo caso possono configurarsi due ipotesi:

  • se il familiare a carico rimane effettivamente sotto la soglia dei 2840,51 euro annui di reddito, il contribuente dichiarante gode può comunque avere accesso alla deduzione IRPEF sulla prima casa perché il reddito complessivo del dichiarante rimane, comunque, al di sotto del tetto massimo entro cui è possibile accedere allo sgravio fiscale;
  • se, invece, il familiare a carico, durante il periodo d’imposta 2013, ha lavorato anche saltuariamente e ha, in tal modo, percepito un reddito anche di poco superiore alla soglia dei 2840,51 euro annui. . Si tratta di una cifra largamente superiore alla media di imponibile IMU di un immobile. Ma se, per ipotesi, il coniuge in questione ha qualche periodo lavorato nel corso dell’anno e ha percepito un reddito di poco inferiore al tetto di 2840,51 euro, la situazione cambia, risulterà un soggetto fiscalmente autonomo e sarà tenuto, in linea di principio al pagamento delle tasse che, di fatto, non avverrà perché il familiare a carico, considerato autonomo, potrà comunque godere di altri sgravi fiscali che gli permetteranno di non pagare le tasse. Il problema maggiore si configurerà però, in quest’ultimo caso, per il contribuente ordinario perché la somma tra il reddito del familiare a carico e la rendita dell’immobile potrebbe portare a un imponibile complessivo che oltrepassa la soglia per la quale è previsto il diritto alla deduzione per la prima casa, pari a 800 euro. In tal modo il risultato finale consisterà in un aggravio fiscale per l’intero nucleo familiare.

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