Sono stati diffusi ieri i dati sui risultati del gruppo UniCredit nell’anno 2012: UniCredit saluta il 2012 con pesanti accantonamenti su crediti che portano il quarto trimestre in rosso per 553 milioni e decide di rivedere il piano industriale per il 2013 tendendo "in considerazione le eccezionali difficoltà del contesto macroeconomico".
Utile e dividendo
Dal bilancio di fine anno è comunque emerso un utile di 865 milioni, meno di quanto si aspettassero gli analisti che, nel corso dell’anno, avevano previsto un utile di 1,2 miliardi. Nell’ultimo trimestre i ricavi si attestano a 5,7 miliardi, di cui 39 milioni di riacquisto, contro 6,07 miliardi nelle attese. Gli accantonamenti sui crediti hanno pesato per 9,6 miliardi sull’interno esercizio 2012 malgrado l’impatto sia stato controbilanciato da 2 miliardi di affrancamento dell’avviamento ai fini fiscali e per 4,6 miliardi nel trimestre.
La buona notizia sta nel ritorno al dividendo che sarà di 9 cent per azione con utilizzo di riserve da profitto. La controllata tedesca UniCredit Bank AG ha inoltre deliberato la distribuzione di un dividendo straordinario per 1 miliardo in aggiunta alla cedola ordinaria di 1,5 miliardi.
Piano per il 2013
"Unicredit oggi è molto più forte rispetto a un anno fa - ha dichiarato l’amministratore delegato Federico Ghizzoni - dal punto di vista del capitale, dello stato patrimoniale e della liquidità e può guardare con fiducia alle sfide 2013, dopo risultati che hanno mostrato una buona tenuta nonostante le persistenti difficoltà del contesto economico mondiale"
Ma sui conti approvati ieri da UniCredit pesa l’aggravarsi della crisi economica che costringe Piazza Cordusio a rivedere a ribasso le proprie stime.
"Considerate le attuali difficoltà del contesto macroeconomico, contiuna Ghizzoni, gli obiettivi finanziari del Piano strategico saranno rivisti, pur confermando le iniziative sottostanti"
In pratica, la revisione comporta per il margine di interesse "una tendenza al ribasso rispetto al 2012", per gli accantonamenti "una leggera diminuzione, grazie al miglioramento prudenziale della copertura effettuato", per i costi "nuove iniziative con l’obiettivo minimo di confermare i costi 2012", e infine per il patrimonio "un livello minimo di Common equity tier 1 del 9%".
Cessione di ATF bank
Il gruppo UniCredit, come previsto, sta preparando la sua uscita dal Kazakistan. E’ stato infatti siglato un accordo con la kazaka KazNitrogenGaz per la cessione del 99,75% della controllata ATF Bank a un prezzo pari al patrimonio netto del gruppo Atf alla data del perfezionamento dell’accordo. La sigla dell’intesa ha comportato un onere straordinario di circa 260 milioni, mentre il perfezionamento dell’operazione porterà un beneficio sul Core Tier 1 di circa 8 punti base.
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