Ungheria: Declassamento a BB, recessione, incertezza politica e scontro con l’UE. Ecco la situazione ungherese

Marta Panicucci

23 Marzo 2013 - 13:56

Ungheria: Declassamento a BB, recessione, incertezza politica e scontro con l’UE. Ecco la situazione ungherese

“Noi affrontiamo la crisi europea meglio di tutti gli altri”, non si stanca di ripetere il premier ungherese Orbàn. E va avanti promettendo crescita e lavoro per tutti, criticando l’UE "che non sa fare i conti" quando denuncia in Ungheria un disavanzo del 3.4%. La fiducia reale o apparente del premier ungherese si scontra però con dei dati economici oggettivi non così rassicuranti e con la decisione dell’agenzia di rating Standar & Poor’s di declassare il debito dell’Ungheria.

Declassamento

Il 21 marzo, Standard & Poor’s ha modificato l’outlook dell’Ungheria da stabile a negativo, il che ha fatto subito temere per un imminente declassamento del debito pubblico ungherese. Alla base della decisione dell’agenzia di rating il peggioramento del quadro politico che, secondo S&P mina la fiducia nei confronti del paese indebolendo notevolmente le prospettive di crescita. "I costi di rifinanziamento del debito ungherese potrebbero diventare piu’ onerosi e rendere l’Ungheria piu’ vulnerabile a un calo dei flussi di capitale", conclude la comunicazione di S&P.

Pochi giorni dopo arriva il declassamento che porta l’Ungheria quasi a livello spazzatura: Da BB+ a BB, l’agenzia internazionale ha però precisato di non prevedere ulteriori declassamenti nei prossimi mesi visto che tutto sommato la situazione ungherese appare stabile. Secondo S&P ha pesare negativamente sull’andamento e l’affidabilità ungherese ci sarebbe l’incapacità del governo di mettere a frutto il potenziale di crescita dell’Ungheria e di contenere il debito con un’ adeguata politica economica.

Situazione economica

Proprio a proposito di politica economica i dati provenienti dall’Ungheria la dicono lunga sui motivi del declassamento. La disoccupazione nel paese ha raggiunto l’11.20%, la produzione agricola è crollata del 26.4% l’edilizia è in perdita,-6.1% e il settore industriale in flessione del 3.8%. Il debito pubblico ungherese si attesta intorno all’80%, ma il disavanzo resta comunque elevato: secondo i dati diffusi da Bruxelles si tratta del 3.4%, ma il premier Orbàn contesta tale cifra, parlando di un 3% scarso.

Inoltre l’incertezza politica e lo scontro con l’UE sulla modifica costituzionale gioca a sfavore dell’Ungheria come location di investimenti stranieri. Solo per fare un esempio, pochi giorni fa il Ceo di Banca Intesa ha espresso la volontà di ridurre la presenza dell’istituto bancario sul territorio ungherese. La perdita registrata nel paese ha raggiunto i 279 milioni e ha rivelato Enrico Cucchiani "si è trasformata in una specie di incubo”.

Scontro con l’UE

Sullo sfondo di un già preoccupante profilo economico, si delineano in Ungheria anche ipotesi di azioni punitive da parte dell’Unione Europea che accusa Orbàn di aver violato, con la riforma della Costituzione ungherese, i principi dello stato di diritto.
Secondo le dichiarazioni del vicepresidente dell’esecutivo UE, Maros Sefcovic, la Commissione europea sta "esaminando la situazione e non esiteremo ad agire se sarà confermato che la quarta riforma costituzionale proposta in Ungheria dal governo Orban viola i valori europei."

La Commissione Europea per i diritti umani non esclude affatto l’adozione di politiche punitive nei confronti dell’Ungheria come la sospensione del diritto di veto in Consiglio e la riduzione dei trasferimenti di risorse UE a Budapest. Angela Merkel, fino a questo momento moderata con il premier ungherese inizia a dare segnali di insofferenza nei confronti della sua politica ed ha sottolineato che "con la Costituzione non si scherza".

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