Ucciso leader dell’ISIS: opera di USA, Russia o dello Stato Islamico?

Sara Catalini

2 Settembre 2016 - 14:29

È stato ucciso Mohamed al-Adnani, portavoce, leader dell’ISIS e braccio destro del Califfo. Opera di USA, Russia o dei suoi compagni?

Ucciso leader dell’ISIS: opera di USA, Russia o dello Stato Islamico?

Mohamed al-Adnani, portavoce, leader dell’ISIS e braccio destro del Califfo Abu Bakr al-Baghdadi è stato ucciso. Opera di Stati Uniti, Russia o dell’ISIS?

È giallo sulla morte di Adnani, da molti considerato uno dei leader indiscussi dell’ISIS, nonché suo portavoce ufficiale e successore designato dell’evanescente Califfo al-Baghdadi.

Gli Stati Uniti hanno dichiarato di essere stati gli artefici della sua scomparsa: secondo gli americani Adnani sarebbe rimasto vittima di un raid mentre sorvegliava alcune operazioni militari nei territori intorno ad Aleppo.

Dal suo canto la Russia ha rivendicato l’uccisione del terrorista, ricercato dal 2014 e con una taglia pendente di 5 milioni di dollari, entrando di fatto in conflitto con le affermazioni statunitensi.

Si fa strada una terza ipotesi, quella di una faida interna all’ISIS, una sorta di trappola tesa ad Adnani ordita da un emissario che punta a ricoprire un ruolo di prestigio nell’organizzazione terroristica: il ribelle Abu Luqman al Hawikh.

Difficile dire quale sia la verità, certo è che il secondo membro più anziano dell’ISIS è sicuramente deceduto e a rivelarlo è stato lo stesso Califfato in una nota diramata tramite il giornale al-Naba:

"Dopo un lungo viaggio di duro lavoro e fatica nella lotta contro i miscredenti, Il valoroso cavaliere siriano Abu Mohammed al-Adnani, si è tristemente unito alla schiera di martiri periti prima di lui".

Chi era Adnani? Senza dubbio il jihadista più in vista del sedicente ed autoproclamato Stato Islamico, da sempre impegnato nel reclutamento di nuovi proseliti e spesso protagonista di istigazioni rivolte ai militanti residenti all’estero, che invitava esplicitamente a commettere atti terroristici.

Responsabile del coordinamento degli attacchi di Parigi nel novembre 2015, era stato lui ad annunciare nel 2014 la nascita del Califfato in un video, prima ancora che al-Baghdadi mostrasse il suo volto in pubblico. Un ricercato numero uno e pericolo per la sicurezza internazionale.

Ma vediamo nel dettaglio perché la sua morte è tanto discussa e contesa tra le due maggiori potenze mondiali: opera di Stati Uniti, Russia o dell’ISIS stesso?

Ucciso leader dell’ISIS: opera di un raid aereo statunitense o russo?

Un ufficiale americano ha affermato che gli USA avevano individuato la posizione di Adnani martedì, durante un attacco aereo al veicolo su cui viaggiava attraverso la cittadina siriana di al-Bab.

La morte non era stata ancora confermata, ma il Pentagono aveva asserito che c’erano altissime probabilità che fosse rimasto coinvolto.

In uno scontro ad alta tensione per accaparrarsi il merito di aver ucciso Adnani, gli Stati Uniti, che mirano a sedersi sul carro dei vincitori alla caduta del Califfato, non potevano che puntare i piedi.

Nonostante i richiami di paternità dell’assassinio siano urlati a dovere, i funzionari statunitensi hanno dichiarato che stanno ancora valutando i risultati dell’attacco.

La Russia allo stesso modo non ha perso tempo e il ministero della difesa ha annunciato sulla sua pagina ufficiale di Facebook che un attacco aereo russo è stato responsabile della morte di al-Adnani.

Gli Stati Uniti hanno commentato la dichiarazione definendola una "barzelletta", ma in realtà ciò che davvero ha un peso è l’assassinio del penultimo tassello che separa le forze in campo dal colpire il Califfo.

Al-Adnani ha servito lo Stato islamico in qualità di principale artefice di operazioni esterne come principale portavoce dell’organizzazione.

Ha coordinato la mobilitazione di combattenti ISIS, ha incoraggiato direttamente attacchi di lupi solitari a danno di civili e membri delle forze armate e ha attivamente reclutato nuovi membri dell’ISIS.

Ucciso leader ISIS: il mandante è dello Stato Islamico?

Tra Stati Uniti e Russia che si contendono il merito della morte del terrorista, si è delineata una nuova ipotesi formulata da Charles Lister, esperto in materia di terrorismo.

Adnani sarebbe stato ucciso da Abu Luqman al Hawikh, ribelle sempre più potente nella piramide gerarchica dell’ISIS. La morte di Adnani sarebbe avvenuta ad Aleppo dove si era recato per incontrare Hawikh di sua sponte.

In sostanza questa iniziativa di Adnani non sarebbe stata vista di buon occhio dai vertici dell’ISIS, che temono la nascita di personalità forti capaci di oscurare la figura del Califfo, così avrebbero incaricato Hawikh di uccidere Adnani piazzando un esplosivo sul suo veicolo.

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