L’economia degli Stati Uniti d’America è in ripresa: non si tratta di un proclama "politico" proveniente dalla campagna elettorale democratica americana, ma di un sondaggio del Census, che rivela quanto gli americani siano tornati in movimento, a cominciare dai giovani, che stanno lasciando le loro case per iscriversi alle università o per entrare nel mondo del lavoro.
I dati del Census
L’anno preso in analisi, il 2011, rappresenta tuttavia un periodo molto delicato per la situazione economica statunitense: nonostante il tasso di disoccupazione sia calato dello 0,7% (dal 9,6% si è passati all’8,9%, mentre a oggi si attesta all’8,1%), le cifre relative alla mancanza del lavoro restano comunque impressionanti, così come impressionante è il lento processo di una ripresa economica che, almeno a quanto viene riportato dai principali enti competenti, è iniziata nella seconda metà del 2009.
L’ombra del fiscal cliff
Si registra tuttavia un inedito ottimismo da parte degli analisti che, studiando l’ultimo censimento, hanno scovato i segnali di una ripresa economica. Notizie rincuoranti alla vigilia delle elezioni USA 2012, ma anche alla vigilia del temutissimo fiscal cliff, che potrebbe far piombare gli Stati Uniti in una nuova recessione.
Ed è proprio il fiscal cliff a far temere il peggio, perché nonostante i (deboli) segnali di ripresa, l’economia risulta essere ancora molto fragile, e qualora non si attui una politica di stabilizzazione del rapporto tra deficit e Pil, l’ombra del fiscal cliff imporrebbe severi tagli alla spesa pubblica e un ulteriore aggravio fiscale: ciò comporterebbe dunque una nuova recessione, l’arresto subitaneo di una lentissima ripresa e il conseguente dilungarsi di una crisi le cui ripercussioni giungerebbero anche oltreoceano.
Tuttavia, anche confrontando le situazioni economiche degli altri Paesi, secondo gli analisti gli Stati Uniti si stanno comportando meglio, sebbene lo stato di criticità in cui vertono molti governi dei Paesi industrializzati sia piuttosto evidente e generalizzato.
Giovani americani in movimento
I dati del Census hanno rivelato anche un calo degli immigrati, specialmente di quelli di origine latina, mentre si è registrato un incremento di persone da Cina e India, che spesso corrispondono a profili professionalmente più qualificati.
I dati rilevati dimostrano infine maggiore libertà di movimento da parte degli americani, soprattutto per quanto riguarda la fascia dei giovani (età compresa tra i 25 e i 29 anni), per ciò che concerne la ricerca di un posto di lavoro, anche e soprattutto in altri Stati del Paese differenti da quello di origine.
Cresce anche il distacco dai genitori, più marcato negli anni precedenti, quando la crisi si faceva ancora sentire e impediva ai giovani di trovare le giuste opportunità per cominciare a costruire la propria indipendenza.
La crisi si fa sentire ancora sul lungo termine: basti pensare al calo dei matrimoni e a quello delle nascite, anche se, su quest’ultimo fronte, si è notato un miglioramento dopo annate davvero molto povere.
Dati, questi, che rappresentano un piccolo "schiaffo" ai pessimisti e un’ottima spinta per la rielezione di Obama il prossimo 6 novembre. Sebbene, le cronache americane di questi ultimi tempi ce lo stanno ricordando giorno dopo giorno, gli improvvisi cambi di direzione sono sempre dietro l’angolo.
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