A Settembre l’indice sulle vendite pendenti di case (pending home sales) negli Stati Uniti, pubblicato su base mensile con un ritardo di 28 giorni dall’Associazione Nazionale statunitense degli Agenti Immobiliari, ha fatto registrare un -5,6% rispetto ad Agosto 2013. Deluse notevolmente le aspettative, che vedevano l’indice in crescita dello 0,5%. Si rafforza ulteriormente il calo delle vendite nel settore immobiliare statunitense cominciato a Maggio di quest’anno.
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Reazione dell’eurodollaro all’uscita del dato si è portato ad un massimo di 1.3792 e al momento della scrittura gli scambi avvengono a 1.3785.
I dati sulle pending home sales fino ad Agosto 2013
I dati nel grafico fanno osservare una netta tendenza alla discesa del tasso di crescita mensile dell’indice a partire più o meno da Maggio di quest’anno fino ad Agosto 2013. A Maggio 2013, massimo assoluto della serie storica (+6,7% rispetto al mese precedente), si è interrotta una striscia positiva che durava da ben 6 mesi. A dicembre 2012 l’indice ha infatti registrato un -4,3%, minimo assoluto della serie, reagendo tuttavia bene ai successivi stimoli dati all’economia dal QE della Fed.
Come spiegare allora questa netta inversione di tendenza primaverile? Probabilmente la causa è da ricercare nell’aumento progressivo nel costo dell’indebitamento. Il tasso medio per un mutuo a 30 anni negli Stati Uniti ha infatti registrato il picco più alto, rispetto a Luglio 2011, ad Agosto di quest’anno, raggiungendo quota 4,58%.
A partire proprio da fine aprile il tasso ha mostrato una decisiva tendenza all’aumento, passando dal 3,40% al 4,46% di fine giugno, una crescita del 31%. Da settembre 2013 si può riscontrare una relativa diminuzione del tasso sui mutui, il che spiegherebbe il miglioramento atteso per l’indice, reindirizzandolo su un sentiero di crescita positivo anche nei mesi a venire.
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