Sono usciti i dati sull’indice dei prezzi al consumo statunitense alle 13.30, pubblicati mensilmente dal Bureau of Labour Statistics con un ritardo di 14 giorni. Questo mese l’uscita è stata ulteriormente rallentata per via dello shutdown USA.
Nel mese di Ottobre l’indice ha fatto registrare un +0,1%, deludendo le aspettative degli analisti che si attestavano ad un +0,2%.
Sul mercato forex l’EURUSD è scambiato a 1.37607 nel grafico a 15 minuti.
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I dati dell’indice dei prezzi al consumo fino a Settembre 2013
Lo storico dei dati esposto nel grafico qui sopra mostra come l’andamento dell’indice sia stato piuttosto altalenante nel corso degli ultimi 15 mesi. Massimi e minimi relativi si ripetono continuamente, con l’indice che negli ultimi 6 mesi rimbalza da un minimo dello 0,1% ad un massimo dello 0,2%. Massimo assoluto toccato a Febbraio 2013, in cui è stata raggiunta quota 0,3%, in seguito al picco del prezzo del petrolio registrato proprio a Febbraio.
Non sembrano quindi emergere per gli Stati Uniti rischi di iperinflazione, come sostiene qualcuno, nonostante la Fed abbia aumentato l’acquisto di titoli pubblici a 100 miliardi questo mese, ben al di sopra della quota stabilita di 85 miliardi. Alla faccia del tapering.
L’America, come aveva sottolineato Bernanke, manterrà il corso della sua politica monetaria, in quanto non vede alcun motivo per rialzare i tassi di interesse allo scopo di contrastare il rischio di inflazione.
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