"Nel 2013, sulla base dell’assunzione che non vi siano cambi di politica, il deficit dovrebbe calare leggermente al 2,9% del Pil", questa la previsione fatta dalla commissione europea sul futuro economico dell’Italia e pubblicata questa mattina in un documento ufficiale. Sulla base di questo dato, che prende in considerazione anche il rimborso che la pubblica amministrazione ha nei confronti delle imprese, l’UE si dimostra positiva nei confronti della possibilità di sospendere la procedura per deficit eccessivo attivata nei confronti dell’Italia nel 2009.
Stamattina la comunità europea ha pubblicato le previsioni economiche spiegando come, in linea con l’obiettivo del Governo Monti, l’UE preveda per il 2013 un disavanzo del 2,9% del prodotto interno lordo, dopo il 3% del 2012. Questa previsione è scaturita dalla serie di riforme attuate dal governo Monti, e allo stesso tempo, dalla fiducia che il governo Letta prosegua la strada della riduzione del deficit, nonostante la riforma o la sospensione dell’IMU, argomento sempre attuale nel confronto politico italiano.
La decisione finale sulla procedura per deficit eccessivo è attesa per il 29 maggio; se l’UE decidesse davvero di sospendere la procedura attivata nel 2009 l’Italia entrerebbe nel gruppo dei paesi virtuosi d’Europa.
Procedura per deficit eccessivo
La previsione del rapporto deficit/Pil a quota 2,9% "facilita l’uscita dalla procedura di deficit eccessivo" ha dichiarato in conferenza stampa Olli Rehn, commissario agli affari monetari dell’UE. Nonostante il dato positivo legato alla riduzione del rapporto deficit/Pil, Rehn ha comunque ricordato l’alto tasso di disoccupazione in Italia, stimata al 12,2% nel 2014 e del debito pubblico previsto al 132,2% del Pil. Il commissario ha quindi spiegato come, parallelamente alla riduzione del disavanzo, sia fondamentale per l’Italia far ripartire l’economia nazionale, per riuscire a riassorbire la disoccupazione e arrivare alla riduzione del debito.
Previsioni per il 2014
Buone anche le previsioni per il 2014, anche se l’UE ha dovuto rivedere al rialzo le stime per il rapporto deficit/Pil che comunque rimangono sotto i 3 punti percentuali.
Come anticipato nei giorni scorsi infatti l’UE vede possibile l’uscita da parte dell’Italia dalla recessione già a partire dal prossimo anno, ma il disavanzo dovrebbe attestarsi al 2,5% anziché al 2,1% come previsto a febbraio scorso. La previsione, rivista al rialzo, è cambiata a causa di un peggioramento dell’economia italiana registrato negli ultimi mesi. L’UE prevede ad oggi una contrazione dell’1,3% nel 2013 e una crescita dello 0,7% nel 2014, mentre nelle previsioni di febbraio i due dati erano rispettivamente -1,0% e +0,8%.
"Non vi sono segnali di ripresa nel breve termine", spiegano gli economisti della Commissione UE. "Il pagamento dei debiti arretrati della pubblica amministrazione dovrebbero sostenere una leggera ripresa a cominciare dal terzo trimestre di quest’anno". Ammesso che non vi sia un ritorno delle tensioni sui mercati finanziari, gli economisti dell’esecutivo comunitario si aspettano "una stabilizzazione dei consumi privati e degli investimenti nella seconda parte di quest’anno".
Nonostante tutto, le stime sono positive e Bruxelles lascia la porta aperta all’Italia per la sospensione della procedura per deficit eccessivo. L’UE con il rapporto pubblicato stamattina ha fatto capire di essere ben disposta nei confronti dell’Italia e di avere fiducia nel governo Letta; ora Roma non deve far altro che convincerla di essere in grado di attuare politiche virtuose per ridare slancio e stabilità all’economia italiana.
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