Torino, donna muore dopo aver assunto la pillola abortiva ’Ru486’

Paola D’Andrea

11/04/2014

Primo caso in Italia, negli Stati Uniti si sono invece registrati già otto casi di decesso per intolleranza al farmaco abortivo

Torino, donna muore dopo aver assunto la pillola abortiva ’Ru486’

Mercoledì notte, presso l’ospedale Martini di Torino, una giovane donna di 37 anni muore dopo aver assunto la pillola abortiva Ru486.

La donna, già madre di un bambino, decide di interrompere la gravidanza e il 4 aprile – seguendo la procedura – le viene somministrato il mifepristone, sostanza che entro le 48 ore ferma la gestazione.
Due giorni dopo, la donna torna in ospedale per concludere il trattamento, ma qualcosa va storto. Le viene somministrato l’altro farmaco, la prostaglandina, che induce alle contrazioni e di conseguenza all’eliminazione della mucosa e dell’embrione.

Quattro ore dopo, e in seguito all’assunzione di un antidolorifico, la donna sta male.
Le viene diagnosticata una fibrillazione ventricolare, vale a dire contrazioni irregolari del cuore. La situazione precipita, il cuore si ferma e la signora perde conoscenza, viene così sottoposta a defibrillazione, in seguito alla quale riprende conoscenza.
Successivamente, però, verrà colpita da una crisi respiratoria che le sarà fatale.

Paolo Simone, direttore sanitario, ha dichiarato che i medici dell’ospedale hanno applicato alla perfezione la procedura ed effettuato tutti i controlli necessari per verificare lo stato di salute della donna, prima di procedere all’interruzione di gravidanza farmacologica.
La Procura di Torino ha disposto l’autopsia, attraverso la quale sarà possibile stabilire le cause del decesso.

Come era prevedibile sono già scoppiate le polemiche. Sotto accusa la somministrazione della pillola abortiva Ru486, - legale dal 2009 - che in Italia non ha mai avuto larghi consensi.
Silvio Viale, ginecologo all’ospedale Sant’Anna di Torino, da sempre a favore della Ru486 tanto da essere definito il ’padre della pillola abortiva’ – ricordiamo che avviò la sperimentazione, in Italia, già nel 2005 in seguito al parere favorevole del Comitato etico della Regione Piemonte – difende l’interruzione volontaria di gravidanza farmacologica.

Silvio Viale afferma: “Questa tragica fatalità dovrebbe indurre ad abbassare il tono delle polemiche antiabortiste e favorire la creazioni di servizi specialistici adeguati per le interruzioni volontarie di gravidanza dove le donne possano avere le migliori informazioni e i migliori trattamenti. Purtroppo i rischi di eventi eccezionali sono inevitabili e non rassicura di certo che siano inferiori a quelli che si corrono con la gravidanza".

E prosegue: “All’Ospedale Sant’Anna di Torino sono 5.128 le donne che hanno assunto la Ru486, 429 in questi primi mesi del 2014. La Ru486 ha rivoluzionato tempi e modalità degli aborti del secondo trimestre e reso meno traumatico l’aborto senza l’intervento chirurgico“.

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