The Economist: il M5S è tornato e potrebbe minacciare la solidità dell’Italia

Vittoria Patanè

23 Maggio 2014 - 19:15

Ecco cosa scrive l’Economist su Grillo, Renzi e Berlusconi

The Economist: il M5S è tornato e potrebbe minacciare la solidità dell’Italia

Se gli insulti che riceve sono commisurati alla paura che ispira ai suoi avversari, Beppe Grillo, l’ex comico e co-fondatore del Movimento 5 Stelle, deve essere ancora una grave minaccia. Martin Schulz, presidente del Parlamento Europeo, l’ha paragonato a Hitler. Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia, ha detto che Grillo e il suo socio, Gianroberto Casaleggio, gli ricordano Robespierre, Stalin e Pol Pot.

Questo l’incipit dell’articolo pubblicato oggi sull’Economist, uno dei più importanti giornali economici del mondo.

Il settimanale racconta la battaglia in atto tra due partiti, chiamandola “una gara tra due cavalli da corsa”. Da un lato il M5S di Grillo, dall’altro il Partito Democratico del Premier Matteo Renzi.

Parlando di Forza Italia, ne sottolinea il declino, “20% secondo gli ultimi sondaggi” e parla di una campagna corrotta dagli scandali giudiziari:

Berlusconi ha avuto una campagna elettorale corrotta. L’8 maggio la polizia ha arrestato Claudio Scajola, per 13 anni alla guida del suo stesso partito. Scajola ha negato di aver aiutato un ex rappresentante di Forza Italia con legami con la ‘Ndrangheta (Amedeo Matacena ndr.) a scappare all’estero. Il 9 maggio la Corte Suprema ha condannato Marcello Dell’Utri a 7 anni di reclusione per aver collaborato con la mafia siciliana. Lo stesso Giorno, Berlusconi ha iniziato i servizi sociali in una clinica vicino Milano in seguito alla sua condanna per frode fiscale.

Dopo aver elencato le “vicissitudini” dell’ex Cavaliere, l’Economist torna su Grillo, sottolineando le sue presenze televisive e la sua campagna per conquistare anche gli “italiani più conservatori”.

Il 19 maggio l’ex comico è stato ospite di un presentatore che più volte, nel passato, aveva insultato. Ha cercato di convincere gli spettatori che le sue urla non sono sintomo di un istinto tirannico, ma di una rabbia che lui condivide con molti altri.

Il risultato di Grillo sarà cruciale per il futuro di Renzi e dell’Italia intera, sottolinea il giornale:

Renzi non ha nulla da invidiare a Grillo come showman. Una delle ragione per cui il PD ha accettato lui come leader era la speranza che potesse oscurare Grillo, il cui successo nelle elezioni dell’anno scorso ha costretto i due partiti maggiori (PD e Forza Italia) ad una scomoda alleanza. Un M5S forte potrebbe danneggiare Renzi e il suo percorso di riforme, che è stato ben accolto dai mercati finanziari. Una vittoria di Grillo potrebbe distruggere entrambi.

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