Una teoria generale dell’austerità? L’articolo del premio Nobel Paul Krugman per il suo blog sul New York Times.
Questa è la traduzione di un articolo di Paul Krugman pubblicato sul suo blog del New York Times, dove sostiene, in relazione a uno studio dal titolo "una teoria generale dell’austerità", che le politiche implementate ultimamente non sono una mera questione di opportunismo di una parte politica (la destra, per lo studio che il il premio Nobel commenta) ma che c’è qualcosa di più. Ed infatti, per esempio in Italia l’austerità è stata perseguita anche da esecutivi di sinistra.
Una teoria generale dell’austerità? L’articolo di Paul Krugman
Simon Wren-Lewis ha scritto un eccellente studio cercando di spiegare il diffuso ricorso all’austerità di fronte alla trappola della liquidità, che è esattamente il momento in cui queste politiche fanno il danno maggiore.
La sua linea di fondo è che:
l’austerità è il risultato dell’opportunismo della destra, che sfrutta l’istintiva preoccupazione popolare circa l’aumento del debito pubblico, al fine di ridurre le dimensioni dello Stato.
Credo che questo sia giusto; ma vorrei enfatizzare più di quanto faccia lui la misura in cui entrambi, sia il grande pubblico che le “persone molto serie”, credono sempre che la riduzione del deficit sia una cosa responsabile da fare. Abbiamo alcuni sondaggi dagli anni ’30 che mostrando un forte orientamento al pareggio di bilancio anche allora:
Pensate sia necessario che l’amministrazione debba pareggiare il bilancio? (novembre, 1936)
Credo che Simon direbbe che questo è coerente con la sua visione secondo cui i grandi deficit ingrassano i binari per la fobia del deficit, dal momento che l’amministrazione federale ha avuto dei deficit e un debito che sono senza precedenti in tempo di pace. Ma vi è mai stato un momento in cui il pubblico ha mostrato favore per deficit maggiori?
Nel frattempo, come qualcuno che è stato in trincea durante le lotte negli Stati Uniti per l’austerità, sono rimasto colpito dalla facilità con la quale figure tradizionali che non erano necessariamente di destra, in generale, sono state risucchiate dall’idea che la riduzione del debito sia la questione centrale.
Ezra Klein ha documentato questo fenomeno rispetto a Bowles-Simpson:
Per ragioni che non ho mai ben capito, le regole sulla neutralità della cronaca non si applicano quando si tratta di deficit. Su questo tema, i giornalisti sono autorizzati a tifare apertamente un particolare insieme di soluzioni politiche anche se altamente controverse.
Alla colazione di martedì al Playbook, per esempio, Mike Allen, da semplice e giusto giornalista qual è, ha chiesto a Simpson e Bowles se credessero che Obama avrebbe fatto "la cosa giusta" sui diritti quesiti – e con "la cosa giusta" volevano significare in modo chiaro "tagliare i diritti quesiti."
Nel frattempo, come sottolinea Brad Setser, il Fondo Monetario Internazionale - il cui dipartimento di ricerca ha svolto un lavoro eroico punzecchiando le teorie dell’austerità per sostenere una visione ampiamente keynesiana della macroeconomia – sta spingendo, in pratica, per la contrazione fiscale quasi ovunque.
Di nuovo, questo non contraddice esattamente l’argomento di Simon, ma forse suggerisce che vi è un qualcosa di più rispetto ad esso.
Fonte: La coscienza di un liberale (blog di Paul Krugman sul New York Times)
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