In settimana sono arrivate diverse novità che riguardano il leader italiano delle telecomunicazioni. Niente di buono in realtà, infatti la Telecom è stata prima declassata da Moody’s, seguita a ruota dalla sorella del rating Stardard & Poor’s. La causa del declassamento del debito di Telecom sono i persistenti 29 miliardi di euro di debito e le previsioni tutt’altro che positive per i ricavi del 2013-2014. A ciò si aggiunge la difficile trattativa per lo scorporo della rete Telecom, un’operazione decisamente complessa discussa nel Cda di ieri.
Declassamento di S&P
E’ arrivata mercoledì scorso la notizia del declassamento da parte dell’agenzia internazionale del rating Moody’s dell’azienda italiane Telecom. Il rating del debito aziendale è stato declassato da Baa3 a Baa2 con outlook negativo viste le prospettive negative per i conti del prossimo bimestre 2013-2014. Moody’s ha raccomandato Telecom di adottare un piano per la riduzione del debito entro fine 2013 e per quanto riguarda la fusione con H3G non pensa che sarebbe positiva per il merito creditizio dell’azienda italiana.
S&P che già teneva sotto osservazione il merito creditizio di Telecom, ha seguito le orme di Moody’s, declassando la compagnia telefonica italiana. La decisione di S&P giunge a seguito di una valutazione della leva finanziaria di Telecom, giudicata troppo alta per il rating della compagnia. A ciò si aggiungono le prospettive negative per il mercato delle telecomunicazioni in Italia che non fanno ben sperare nel futuro e che, il fiorente mercato sudamericano, non riesce a bilanciare. In un comunicato di S&P i suoi esperti prevedono un:
continuo peggioramento dell’ebitda nel periodo 2013-2014, considerando la competizione in Italia sul mercato della telefonia mobile e il contesto economico
Un po’ di numeri
Gli utenti ormai vivono on-line grazie alle tariffe flat, le chiamate si fanno con Skype o con Facetime, i messaggi si inviano tramite WhatsApp o le altre applicazioni di messaggistica gratuita. Nessuno ormai paga più le proprio chiamate "a tempo", si paga un abbonamento fisso mensile, sempre più basso per vincere la concorrenza, e poi si utilizzano i servizi gratuitamente. Al tempo stesso però la rete ha bisogno di investimenti, le tecnologie vanno avanti e la costruzione di reti a fibra ottica necessitano di notevoli capitali. Tante spese quindi, ma pochi guadagni per le compagnie di telecomunicazione in Italia. Per Telecom, che si porta dietro un debito di 29 miliardi di euro, sarà sempre più difficile pagare i dividendi, rimborsare i debiti, investire in nuove strutture.
Secondo gli analisti di S&P infatti:
i ricavi della società registreranno un calo attorno al 3% nel 2013 e al 2% nel 2014, con il giro d’affari in Italia che subirà un ridimensionamento del 6% nel 2013 e del 3-4% nel 2014. L’ebitda scenderà del 5-6% nel 2013 e di una sola cifra nel 2014. Ad ogni modo il rapporto debito-ebitda entro il 2014 migliorerà a 3 rispetto a 3,2 dell’anno passato, visto che il cash flow (di circa 2 miliardi l’anno) verrà completamente utilizzato per abbattere l’indebitamento
Scorporo rete
Tre ore di confronto, ma la decisone sullo scorporo della rete Telecom è stata rinviata:
Il Consiglio di Amministrazione di Telecom Italia, riunitosi oggi (ieri Ndr) sotto la presidenza di Franco Bernabè, ha proseguito l’esame del percorso operativo di fattibilità per la separazione della rete di accesso, in base al mandato attribuito al management lo scorso 11 aprile, e ha deciso di riunirsi nuovamente il 30 maggio prossimo per assumere una decisione definitiva
Questo il comunicato stampa diffuso alla fine del consiglio di amministrazione di Telecom tenutosi ieri a Roma. Nulla di fatto quindi, si rimanda tutto al 30 maggio quando, in un nuovo Cda di Telecom, si affronterà nuovamente la complessa procedura di scorporo della rete.
L’idea sarebbe quella di creare una nuova società ad hoc, da chiamare Newco, in cui far confluire la rete, lasciando quindi la Telecom senza il bene che le permette di avere una garanzia sul suo debito. L’importanza rappresentata dalla sua rete nazionale per Telecom non sfugge al ministro per lo sviluppo economico Zanonato:
la separazione della rete potrebbe essere uno scenario interessante per la società e per i concorrenti, se non ci fosse l’onere del debito che appesantisce l’azienda in modo importante
A questa prospettiva si aggiunge l’offerta arrivata dai cinesi di Hutchison Whampoa di comprare il 29,9% di Telecom in cambio di 3 Italia e del pagamento delle azioni agli attuali soci che controllano la compagnia: Telefonica, la controllata Telecom spagnola, Mediobanca, Generali e Banca Intesa. Queste al momento le novità e le prospettive, per saperne di più non ci resta che aspettare il 30 maggio.
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