L’accordo su shutdown e debito USA è stato trovato in extremis. E’ una soluzione-ponte, ma quanto basta per ora a spingere ancora al rialzo le borse americane
Come da attese, l’accordo tra i repubblicani e i democratici per scongiurare un clamoroso default degli Stati Uniti è stato trovato in extremis. Dopo lunghe trattative il leader dei democratici al Senato, Harry Reid, e quello dei repubblicani, Mitch McConnell, hanno trovato l’intesa per sbloccare le attività governative non essenziali, mettendo così fine allo shutdown, e alzare il tetto al debito pubblico (debt ceiling). La notizia è stata accolta positivamente sui mercati finanziari.
A Wall Street l’indice azionario S&P500 ha chiuso sui massimi, mostrando un rialzo dell’1,38% a 1.721,54 punti, non lontano dai massimi storici di 1.729,86 punti toccati lo scorso 19 settembre. Bene anche l’indice Dow Jones, che chiude con un progresso 1,36% a 15.373,83 punti sui top di giornata. In Europa nuovi record assoluti per l’indice Dax30 della borsa di Francoforte, che ha chiuso con un guadagno dello 0,47% a 8.846 punti (massimo storico a 8.861,28 punti).
Secondo quanto previsto dall’accordo anti-default, atteso ora all’approvazione della Camera, il bilancio fiscale sarà esteso fino al 15 gennaio 2014. In questi tre mesi il Tesoro USA potrà sforare il limite legale dell’indebitamento pubblico, attualmente pari a 16,7 trilioni di dollari, emettendo nuovi bond governativi ma solo fino al 7 febbraio 2014. L’accordo sul debito fa sorridere anche la Cina, il più grande compratore di buoni del Tesoro americani per un controvalore vicino a 1,3 trilioni di dollari.
© RIPRODUZIONE RISERVATA