La FED ha ridotto il piano di QE a 35 miliardi e annunciato l’aumento dei tassi all’1,25% entro fine 2015. Sono state però tagliate le stime sul pil 2014
Ieri sera era in programma il meeting della Federal Reserve, che ha confermato la propria politica monetaria ultra-espansiva portando però avanti la graduale exit strategy per ora solo attraverso la riduzione degli stimoli monetari. Il piano di quantitative easing, che a fine anno scorso era a 85 miliardi di dollari, è diminuito ancora di 10 miliardi toccando così quota 35 miliardi di dollari al mese. Nessuna accelerazione, quindi, per il tapering, anche perché l’istituto monetario di Washington ha ridotto le proprie stime sulla crescita economica negli Stati Uniti per l’anno in corso.
La previsione sul pil 2014 è stata rivista dal range 2,8% - 3% alla nuova forchetta 2,1% - 2,3%, mentre le stime sul pil americano per il biennio 2015-2016 sono state confermate rispettivamente a 3% - 3,2% e a 2,5% - 3%. Il tasso di disoccupazione viene stimato al 6% entro fine anno e al 5,4% nel 2015, per poi scendere ulteriormente al 5,1% entro fine 2016 in scia al miglioramento della crescita economica. Per quanto riguarda le attese sui tassi di interesse, il Fomc ha dichiarato che l’attuale range 0% - 0,25% sarà modificato nei prossimi mesi.
Entro la fine del 2015 il costo del denaro negli USA è stimato in crescita all’1,25%, un quarto di punto in più rispetto alla precedente stima, mentre nel 2016 la stretta monetaria dovrebbe aver portato i tassi al 2,5% (anche qui un quarto di punto in più rispetto alla precedente previsione). A Wall Street l’indice azionario S&P500 ha chiuso la seduta in rialzo dello 0,77% a 1.956,98 punti, toccando tra l’altro nuovi massimi storici a 1.957,74 punti. Bene anche l’indice Dow Jones che sale dello 0,58% a 16.906,60 punti, a un passo dai record storici di 16.970,02 punti toccati il 9 giugno.
Sul forex il dollaro americano si è indebolito dopo la riunione del Fomc. Il tasso di cambio euro/dollaro è tornato in area 1,36, dove però ha trovato una forte opposizione dei venditori. Non va escluso, però, un ulteriore rimbalzo tra oggi e domani. Giù il cambio dollaro/yen, che stanotte ha perso quota 101,90, mentre il cambio sterlina/dollaro è risalito fin sopra 1,70. Il biglietto verde ha accusato ieri le perdite maggiori contro le valute ad alto rendimento, in particolare dollaro australiano e dollaro neozelandese. Sale anche l’oro, che sfiora quota 1.280$ l’oncia.
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