I precari nella Pubblica Amministrazione sono troppi, impossibile pensare a una stabilizzazione di massa, questo il senso delle parole del Ministro Patroni Griffi, pronunciate durante un’audizione della Commissione Lavoro della Camera.
I numeri del precariato nella PA
- 260.000 il totale dei lavoratori precari nell’ambito della Pubblica Amministrazione, troppi perché si possa formulare un’ipotesi di stabilizzazione massiva. Su questo punto il Ministro non transige, senza contare che risulterebbe bloccata ogni possibilità di turn-over generazionale.
- 130.000, cioè la maggioranza dei precari, si concentra nella scuola, dove tra professori e personale di altro tipo, la speranza del posto fisso assume sempre più i connotati di una pia illusione.
- 115.000, il secondo posto come numero di precari nella PA spetta alla sanità e agli enti locali. Malgrado il settore sanitario offra generalmente buoni sbocchi occupazionali, nel servizio pubblico il posto fisso resta, in molti casi, un miraggio.
- 15.000, il terzo posto di questa tutt’altro che ambita classifica spetta agli impiegati nelle amministrazioni centrali.
Gli esuberi
Tra tutti questi precari, molti sarebbero superflui rispetto alle effettive necessità della Pubblica Amministrazione. Ecco, secondo il Ministro della Funzione Pubblica, Patroni Griffi, i numeri del personale in eccesso (va precisato che non si tratta di dati definitivi ma relativi alle prime due proiezioni relative al fenomeno).
- 7300 a tale cifra ammonterebbe il totale degli esuberi nell’ambito della Pubblica Amministrazione. Una cifra fortunatamente molto inferiore a quelle del precariato, ma comunque imponente, specie se si considera il danno sociale insito nel lasciare a spasso un simile numero di persone, in un momento, come quello attuale, in cui le prospettive di trovare un nuovo impiego sono così remote.
- 4028 sono gli impiegati superflui nelle prime cinquanta amministrazioni dello stato.
- 3300 i restanti dipendenti, con mansioni non dirigenziali, della Pubblica Amministrazione il cui posto è appeso a un filo.
La proroga
La problematica della precarietà nella Pubblica Amministrazione è di difficile soluzione e certamente non potrà essere risolta a breve termine.
Per guadagnare un po’ di tempo, Patroni Griffi ha ventilato la possibilità di una deroga dei contratti a termine di 36 mesi, che potrà essere aumentata, in casi specifici a 60 mesi.
Le soluzioni a breve termine
Quella della deroga ha tutta l’aria di essere una soluzione di rattoppo, peraltro ancora da vagliare .
Per il momento è stata prevista l’eventualità di un prolungamento dei contratti con scadenza al 31 dicembre, che verrebbero prorogati al 31 luglio, attraverso un apposito decreto legge.
Contemporaneamente Griffi ha comunicato l’intenzione di attuare una norma del precedente governo che permetta, nell’ambito dei concorsi pubblici, di riservare dei posti al personale con contratto a termine che abbia maturato un’anzianità di almeno tre anni.
Valutata anche l’ipotesi di prepensionamento, per chi avesse già maturato, i requisiti con le modalità pre-Fornero.
Le soluzioni, ha affermato il Ministro, devono essere graduali.
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