Difficile situazione per quanto riguarda la questione degli spread sui mutui: dal nefasto evento dell’anno scorso infatti, quando nel giro di un weekend gli istituti di credito fecero aumentare gli spread dall’1% al 3% (attuale) le cose non sono mai più cambiate. Dati assurdi se si pensa che prima che la crisi dell’Eurozona colpisse l’Italia, lo spread si attestava a livelli inferiori all’1%. Per il momento i dati sono i seguenti: in certi casi si arriva a spread del 2,8% sui mutui a tasso variabile e del 3% per quelli a tasso fisso, mentre se si fa una panoramica globale, la media è del 4%. Le prospettive, inoltre, non sono rosee; si pensa infatti che la situazione rimarrà invariata ancora a lungo.
Quando è iniziata la salita degli spread?
Le cose sono iniziate a peggiorare quando è iniziato a salire lo spread BTp-Bund, che esprime la differenza tra il rendimento dei BTp italiani e del Bund tedesco; l’anno scorso infatti si è toccato il picco massimo, arrivando a 575 punti base nella differenza dei titoli a 10 anni, mentre per la scadenza a 2 anni sono stati superati addirittura i 700 punti.
Secondo una fonte bancaria de Il sole 24 ore, "La maggior parte dei mutui a tasso variabile che le banche hanno concesso prima del 2011 sono praticamente in perdita. Questo perché tutti coloro che hanno stipulato un mutuo indicizzato all’Euribor o al tasso Bce prima della crisi stanno pagando tassi finali (spread + Euribor) bassissimi, anche inferiori all’1%. Si sta verificando una situazione paradossale: gli istituti pagano all’ingrosso il 6-8% per avere capitali e incassano al dettaglio l’1% dai vecchi mutui".
Gli spread scenderanno?
Pare proprio di no, almeno non per il momento. La stessa fonte bancaria di cui sopra infatti ha rivelato che gli spread "resteranno alti ancora a lungo", ossia per almeno altri 12 mesi. Due sono i motivi principali:
- In primo luogo, secondo la fonte, per la difficoltà della maggior parte delle banche italiane di raccogliere liquidità sul mercato interbancario;
- e poi perché dal 2013 verranno attuate le prime regole degli accordi di Basilea 3, molto più severe sul fronte liquidità e patrimonio bancario.
Soluzioni per i nuovi mutuatari
Stefano Rossini di Mutuisupermarket.it parla di prospettive un pò più in salita per i nuovi mutuatari, infatti spiega, "Non appena le banche inizieranno a ridurre gli spread è ipotizzabile che siano molto più aperte a rinegoziare gli attuali, mai così alti. Questo per non perdere i clienti, come invece accaduto tra il 2007 e il 2009 quando gli istituti erano impreparati a gestire le surroghe in uscita e si sono fatti scappare molti clienti che hanno spostato il mutuo altrove. Clienti che al di là del mutuo portano profitti sul conto corrente e su altri prodotti di investimento. Per questo motivo i mutui attuali hanno sì spread molto cari ma incorporano una sorta di opzione di rinegoziazione gratuita da giocare non appena gli spread inizieranno a scendere".
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