Dopo le Province, la scure dei tagli imposta dal governo Monti cadrà sulle Prefetture. "Era ora", dirà qualcuno. Effettivamente la riorganizzazione degli enti territoriali del governo era acclamata da tempo. E dopo la cancellazione definitiva di ben 35 Province, ora si può partire con la fase 2: la data stabilità sarà a metà gennaio 2013, quando la Presidenza del Consiglio presenterà il documento ufficiale per ristabilire gli enti territoriali del governo sul territorio e le loro funzioni a seguito dell’accorpamento delle Province.
Per una politica di revisione degli enti territoriali
I costi annuali sono parecchio elevati e ciò cozza contro le politiche di revisione della spesa e di bilancio varate dal governo tecnico.
Le riforme colpiranno Prefetture e Questure, prevalentemente, ma anche capitanerie di porto, uffici scolastici e sovrintendenze dei Beni Culturali, solo per citare alcuni enti considerati ben al di là delle prospettive economiche che figurano nella razionalizzazione della spesa pubblica.
Il mantenimento delle Prefetture, oggi, costa allo Stato più di 500 milioni di euro e in questa gestione amministrativa-finanziaria, neppure a dirlo, si annoverano alcune anomalie: come, ad esempio, la Prefettura di Isernia, che conta poco meno di 90.000 abitanti, che grava su ogni cittadino, in media, 42,34 euro all’anno. Così come la prefettura di Campobasso, che "vanta" un budget di 5 milioni e 786 mila euro.
L’obiettivo finale imposto dal Viminale è quello di "riammodernare l’intera organizzazione dello Stato sul territorio", risparmiare su enti gravosi e razionalizzare le funzioni e la presenza degli enti stessi, tenendo conto di molti fattori, come la criminalità, ad esempio, su cui vigileranno le Questure, molto probabilmente declassate a commissariati).
Sotto l’occhio della revisione figurano pressoché tutte le regioni, da cui non verranno risparmiate Piemonte, Veneto, Liguria, Lombardia, Emilia-Romagna e Toscana, dove sotto costante osservazione si annoverano alcune prefetture dai budget piuttosto elevati (Pistoia-Prato, Lucca, Forlì-Cesena, Varese, Alessandria, etc.). Il governo si indirizzerà dunque verso una revisione delle Prefetture, concentrandosi prevalentemente sulla soppressione delle province più piccole e sull’accorpamento di quelle medie.
Per altre novità e notizie ufficiali dovremo aspettare metà gennaio 2013, quando avremo sotto gli occhi un disegno della nuova mappa delle Prefetture.
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