Sorpresa Orlando alla Giustizia. Un politico che mette d’accordo PD e FI. Chi è e cosa dobbiamo aspettarci?

Vittoria Patanè

21 Febbraio 2014 - 20:55

Andrea Orlando, ministro dell’ambiente nel Governo Letta, è stato nominato Ministro della Giustizia. Vediamo chi è e quali sono le sue idee

Sorpresa Orlando alla Giustizia. Un politico che mette d’accordo PD e FI. Chi è e cosa dobbiamo aspettarci?

La poltrona di ministro della Giustizia nelle ultime ore era diventata di fuoco. Voci informate sostengono che nel corso dell’incontro – scontro di questa notte, Angelino Alfano si sarebbe detto disposto a ricoprirla nel caso di una sua mancata conferma all’Interno. D’altronde non sarebbe stata la prima volta per lui. Il leader del Nuovo Centrodestra era stato il Guardasigilli del Governo Berlusconi tra il 2008 e il 2011, promuovendo l’ormai celeberrimo “lodo” dichiarato incostituzionale poco più di un anno dopo la sua conversione in legge.

Nel corso del pomeriggio insistenti si erano fatte le voci su una probabile nomina di Nicola Gratteri, magistrato e Procuratore aggiunto della Repubblica che ha passato metà della sua vita a combattere la ‘ndrangheta.

Ma Matteo Renzi per questo ruolo voleva un politico, non un tecnico. E così la scelta è ricaduta sull’ex ministro dell’Ambiente Andrea Orlando, rappresentante del PD ma comunque ben visto dal centrodestra per la sua spiccata tendenza al dialogo.

Andrea Orlando: chi è?

45 anni, ligure, Andrea Orlando inizia a militare nelle file della sinistra sin da giovane. Prima il PCI, poi i DS e nel 2006 l’Ulivo . Nel 2007 aderisce al PD e l’anno dopo viene eletto alla Camera dei deputati ed entra a far parte della Commissione Bilancio della Camera e diventa anche componente della commissione Parlamentare antimafia. Nello stesso periodo diviene portavoce del Partito Democratico.

Non è la prima volta che l’attuale ministro “ha a che fare” con la Giustizia. Nel 2009 infatti, Pier Luigi Bersani lo nomina presidente del Forum Giustizia del partito incarico mantenuto sino ad oggi.

Nella vita di Orlando però c’è un’esperienza che poco si confà al profilo di un ministro della Giustizia: nel 2010 ha infatti subito il ritiro della patente dopo che i dovuti controlli avevano stabilito la presenza di un tasso alcolemico superiore ai limiti consentiti dalla legge.

Andrea Orlando: cosa dobbiamo aspettarci?

Erano in molti a pensare che il ministero della Giustizia sarebbe andato in mano ad un tecnico. Questa decisione sarebbe infatti stata anche la via più facile per evitare possibili conflitti con il centrodestra e soprattutto con il suo leader. Che Berlusconi sia molto sensibile sull’argomento infatti, è cosa nota, ma Orlando sembra essere stato scelto proprio perché apprezzato da entrambe le parti per la sua intelligenza e per la sua apertura al dialogo. Non un “comunista che vorrebbe affossarlo” come lo definirebbe il Cavaliere, ma un uomo in grado di ascoltare le opinioni di tutti.

Per quanto riguarda il suo ministero, alcune indicazioni su possibili decisioni future potrebbero scaturire dal passato. Nel 2010 (Governo Berlusconi) Andrea Orlando scrisse sul Foglio di Giuliano Ferrara una proposta di riforma della Giustizia che potesse essere condivisa da centrodestra e centrosinistra. Nell’articolo si parlava anche di un “processo breve” che prevedeva una giustizia a diverse velocità, in base ai distretti giudiziari.

Orlando si è inoltre dichiarato a favore di una separazione delle carriere dei magistrati.

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