sostanzialmente sono due le strade che il consiglio di amministrazione di oggi di Sorgenia dovrà prendere in considerazione per il salvataggio della società: una indicata dalla Cir di De Benedetti primo azionista di Sorgenia e l’altra proposta dalle 21 banche creditrici.
Già nelle scorse settimane abbiamo scritto della lunga serie di riunioni, tavoli di trattative tra le banche e la Cir che detiene il 52,9% di Sorgenia per trovare l’accordo che garantisse la ristrutturazione del debito aziendale. Ma la distanza tra le parti in causa resta ancora molta e la scorsa settimana le banche creditrici, in sostanza, hanno lanciato l’ultimatum: o troviamo un accordo in fretta oppure prenderemo il controllo di Sorgenia.
Oggi quindi si terrà l’atteso consiglio di amministrazione nel quale si voterà per il piano proposto dalle 21 banche creditrici che poco convince il maggior azionista. Per procedere all’operazione, le banche hanno chiesto che l’assemblea degli azionisti di Sorgenia si esprima all’unanimità a favore dello schema di riassetto e che la proposta venga sottoscritta da almeno il 90% dei soggetti finanziari coinvolti.
Il piano di Cir
In sostanza Sorgenia, uno dei principali operatori privati italiani nella produzione e vendita di energia, vanta debiti per 1,86 miliardi nei confronti di 21 banche.
Sorgenia necessita di 600 milioni di euro per una ristrutturazione del debito, la Cir di De Benedetti è pronta a mettere sul piatto 100 milioni, mentre le banche creditrici, pronte a sborsare 450 milioni, ne chiedono alla Cir almeno 150. Il nodo sta tutto qui: le banche chiedono uno sforzo maggiore a De Benedetti che sembra irremovibile sull’idea di partecipare al piano con 100 milioni di euro. Questa soluzione permetterebbe a De Benedetti di rimanere al 52,9% di Sorgenia.
Il piano delle banche
Oggi il consiglio di amministrazione voterà il piano avanzato dalle 21 banche che vantano un credito nei confronti di Sorgenia da quasi 2 miliardi di euro. La proposta delle banche consiste nella conversione del debito in equity: un aumento di capitale da 400 milioni riservato alle banche e un convertendo da 200 milioni e nuove linee di credito per 256 milioni a fronte di un indebitamento complessivo di 1,9 miliardi circa.
Con questa soluzione, le banche entrerebbero nel capitale sociale rafforzando la loro posizione, e di fatto scalzando Cir diluita al 25% di Sorgenia, ne assumerebbero il controllo.
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