Arrestato nella provincia di Milano, il marocchino ventiduenne era giunto in Italia il 17 febbraio scorso, a bordo di un barcone, dopo l’attentato al Museo del Bardo di Tunisi.
Con l’accusa di aver pianificato l’attentato terroristico al Museo del Bardo di Tunisi, è stato arrestato ieri sera a Gaggiano (Mi), il marocchino Touil Abdelmajid.
Il ventiduenne è stato fermato dagli agenti della Digos di Milano, mentre stava rientrando a casa della madre, regolarmente residente in Italia da anni. Secondo gli inquirenti, la donna e i due fratelli di Abdlmajid sarebbero estranei alla vicenda.
Nell’appartamento, i poliziotti hanno sequestrato diverso materiale su cui mantengono il massimo riserbo.
Le accuse mosse al giovane marocchino sono gravi. Considerato un addestratore riconducibile ad una rete di terroristi che agiscono nel Mediterraneo, il ventiduenne dovrà rispondere alla giustizia tunisina dei seguenti reati: omicidio volontario con l’aggravante della premeditazione, sequestro di persona a mano armata, pianificazione e realizzazione di un attacco terroristico per sovvertire l’ordine dello Stato.
Nella strage del Bardo, consumatasi il 18 marzo scorso, persero la vita 24 persone, tra cui 4 cittadini italiani.
Intervenuto per chiarire come si fosse arrivati alla cattura del latitante, il dirigente della Digos di Milano, Bruno Megale, ha precisato:
"L’individuazione del soggetto, scaturisce da una precisa indicazione dei servizi di intelligence italiani, circa la presenza sul territorio della provincia di Milano del ricercato".
Sfuggito ai controlli nel periodo dell’attentato di Tunisi, il presunto terrorista sarebbe giunto in Italia il 17 febbraio scorso, tramite un barcone attraccato in Sicilia.
Al suo arrivo sul territorio italiano, Abdlmajid sarebbe stato raggiunto dal provvedimento di espulsione emesso dal questore di Agrigento.
Il diffondersi della notizia ha scaturito la pronta reazione dei principali esponenti politici italiani.
Il Premier Matteo Renzi ha affidato - come di consueto - il suo pensiero a Twitter:
"Grazie a Forze dell’Ordine che hanno arrestato in Lombardia uno dei ricercati della strage di Tunisi. Orgoglioso della vostra professionalità!".
Fa da eco al Presidente del Consiglio, il Ministro degli Interni Angelino Alfano, il quale non nasconde la soddisfazione per il risultato ottenuto:
"Ancora una volta siamo stati più forti noi, più forte lo Stato. Lo abbiamo arrestato. L’eccellente lavoro delle Forze di Polizia, infatti, ha consentito l’arresto di un marocchino sospettato di essere coinvolto nella strage del Bardo a Tunisi.
Si conferma quello che abbiamo sempre detto: l’allerta è altissima e il nostro sistema di controllo lo ha dimostrato, non risparmiando nessuna pista, perché questa al terrorismo è una guerra che non ha precedenti".
Non condividono l’entusiasmo del governo le opposizioni.
La Lega, attraverso le parole del capogruppo Massimiliano Fedriga, chiede che l’esecutivo intervenga alla Camera per riferire sui fatti accaduti.
Critica anche Forza Italia, che interviene sulla questione tramite Paolo Romani.
Il presidente dei senatori di FI commenta così l’arresto del latitane:
"Le nostre preoccupazioni, denunciate in più occasioni, non solo sono legittime ma reali. Il terrorismo islamico è presente in Italia e potrebbe utilizzare il nostro territorio anche per preparare ed eseguire attentati".
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