Siano (Etf Securities): Euro/Dollaro a 1,45, poi ci sarà inversione

Nicola D’Antuono

7 Aprile 2014 - 07:18

Nonostante l’ipotesi del piano di QE della BCE, il cambio euro/dollaro potrebbe salire ancora in uno scenario di bassa inflazione

Siano (Etf Securities): Euro/Dollaro a 1,45, poi ci sarà inversione

L’ipotesi di un piano di quantitative easing (QE) da parte della BCE è potenzialmente una variabile macro in grado di indebolire l’euro sui mercati valutari. A questo bisogna poi aggiungere che, sull’altra sponda dell’Atlantico, la Federal Reserve sembra intenzionata a procedere in tutt’altra direzione creando così maggiori pressioni in acquisto sul dollaro americano. L’istituto monetario di Washington ha già ridotto il piano di QE a 55 miliardi da 85 miliardi di dollari. Inoltre, ha fatto capire che il primo rialzo dei tassi di interesse negli Stati Uniti potrebbe avvenire prima del previsto, ovvero nella prima parte del 2015.

Quindi, la direzione che dovrebbe prendere da qui in avanti il cambio euro-dollaro appare quasi logica e scontata: prezzi giù dagli attuali elevati valori, che creano grossi ostacoli alla ripresa economica nell’eurozona. In realtà la situazione è più complessa e va letta anche sotto un’altra ottica. A spiegarla bene è Massimo Siano di Etf Securities, che sottolinea come la forza dell’euro possa essere spiegata con la caduta dell’inflazione nel Vecchio Continente. Siano afferma che “è evidente che se i prezzi calano, il potere d’acquisto in euro sale”. C’è poi da considerare l’aspetto relativo ai flussi di denaro, soprattutto esteri, a caccia di rendimento in uno scenario di tassi ai minimi trentennali.

Secondo Siano “la diminuzione del rischio sovrano della periferia, in particolare di Italia e Spagna, non solo riduce lo spread ma porta capitali nel Vecchio Continente, dunque l’euro si rafforza”. L’esperto ha una view contrarian sul cambio euro/dollaro rispetto al consenso del mercato. Siano ritiene che i prezzi possano salire anche fino a 1,45, prima di imboccare la strada del ribasso. Da un punto di vista tecnico, se si osserva il grafico weekly, si può notare che al momento non ci sono segnali di eccessiva debolezza, anche se i prezzi hanno sentito la pressione dei venditori al contatto con le resistenze poste poco sotto la soglia psicologica di 1,40.

La sensazione è che, fin quando i prezzi resteranno sopra 1,35, il cambio euro/dollaro si muoverà ancora tra 1,39 e 1,37 con la possibilità di violente escursioni rialziste nel caso in cui venisse superata la soglia di 1,40. Tecnicamente ci potrebbe stare un allungo fino a 1,4250, considerando anche l’attuale elevata propensione al rischio sui mercati finanziari e soprattutto il boom dei titoli di stato della periferia europea.

Fin quando la BCE non darà l’ok a procedere con un piano di QE, le pressioni deflazionistiche e gli enormi flussi di denaro esteri in rotta verso l’Europa dovrebbero continuare a sostenere la moneta unica. Solo una chiusura weekly sotto 1,35 potrebbe favorire una robusta discesa verso 1,30. Da notare poi la costante riduzione della volatilità storica a 100 periodi sul grafico settimanale. Questo contesto potrebbe preparare il terreno per un’imminente esplosione dei prezzi. Ciò fa pensare che il prossimo movimento degno di nota sul cambio euro/dollaro possa essere molto violento.

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