Sei laureato? Non scriverlo sul curriculum vitae

Daniele Sforza

9 Luglio 2013 - 14:36

Sei laureato? Non scriverlo sul curriculum vitae

Sei laureato? Significa che non hai esperienza lavorativa. Oppure significa che sei troppo qualificato. Insomma, per lavorare non vai bene. E gli anni di sacrifici e di studio specialistico che hai fatto non sono interessanti, non risultano produttivi. Meglio un diplomato, oppure uno che l’esperienza ce l’ha.

Meglio togliere la laurea dal curriculum vitae?

E’ questo il pensiero comune di molte aziende (soprattutto nel Nord Italia) e allora i giovani laureati che fanno? Tolgono la laurea dal curriculum vitae. Invece di "gonfiare" il curriculum e accumulare esperienze formative, riducono l’alta formazione: dalla laurea ai master, dalle specializzazioni ai corsi di formazione. Un altro segno emblematico di come sia fragile, se non inesistente, il ponte che collega il mondo della formazione e dell’istruzione al mercato del lavoro.

Il paradosso della mobilità professionale

Serve esperienza, dicono le aziende di alto profilo. Sei troppo qualificato, controbattono le aziende di basso e medio profilo. La paura di queste ultime, più nello specifico, è l’incertezza di poter mantenere l’assunzione per il tempo necessario. Se poi i laureati trovano opportunità di lavoro attinenti ai propri studi, ecco che in un secondo spariscono.

Ma come, si domandano i laureati. La mobilità professionale vale solo per noi? Effettivamente sembra proprio così: il coltello non è certamente impugnato dai laureati, che in condizioni di precarietà "mentale" davanti alla sterminata giungla degli annunci di lavoro, s’inabissano sotto carte e cartacce, curriculum vitae scritti in 25 modi diversi e anche in altre lingue, con il cellulare sempre acceso in attesa della fatidica chiamata e un occhio alla mail, con la speranza che la cartella Posta in Arrivo si evidenzi indicando l’arrivo di una nuova e-mail: quella e-mail, la più attesa.

Formazione vs Lavoro: una guerra inaspettata

Insomma, se studi non fai esperienza e anche questo è un segno dei tempi: il mondo del lavoro ha scarsissima fiducia nel mondo della formazione. Chi fa teoria difficilmente si adatterà alla pratica lavorativa. E allora che si fa? Si toglie il titolo di laurea dal curriculum vitae e, inevitabilmente, si cercano lavori più umili: nei quali però serve esperienza. Anche per mettere il gelato su un cono o per infornare il pane. Il massimo è quando si cercano "apprendisti con esperienza". Uno dei tanti paradossi del mondo del lavoro al giorno d’oggi: un cane che tenta di mordersi la coda, girando e rigirando su se stesso senza mai smettere.

E i giovani laureati stanno a guardare.

Accesso completo a tutti gli articoli di Money.it

A partire da
€ 9.90 al mese

Abbonati ora

Iscriviti a Money.it