Giornata nera quella di ieri per le Borse europee. Meno nera per Wall Street, nonostante i timori per il mancato accordo sui tagli al deficit Usa. In Europa, la Borsa di Milano è quella che è andata peggio, perdendo l’1,54%, seguita subito dopo dalla Spagna (-1,45%). Male anche Francoforte, che ha perso l’1,22%, mentre Parigi e Londra, con una perdita rispettivamente dello 0,84% e dello 0,3% hanno frenato la caduta libera.
Preoccupa ancora la situazione europea, preoccupano i Paesi maggiormente indebitati, preoccupa il periodo di crisi in cui verte l’Europa. Sui mercati del reddito fisso è un "si salvi chi può", con vendite dei titoli di Stato dei Paesi più indebitati, i cui rendimenti spiccano per differenziale rispetto al Bund tedesco.
Sul fronte spread altri gravi rialzi: quello italiano ha sfiorato nuovamente quota 500, mentre quello spagnolo si è assestato oltre i 450. Il Paese che spicca di più è stato il Belgio, al centro di una crisi politica senza precedenti, il cui spread ha superato i 300 punti.
Segnali poco incoraggianti provengono invece dai BTp, le cui vendite si sono concentrate sulle scadenze a medio termine. I BTp emessi dal Tesoro sono un vero e proprio segnale della situazione economica del Paese: da questa estate, la Banca Centrale Europea compra titoli italiani al fine di sostenere i prezzi e frenare i rendimenti, ma la situazione non è affatto rosea.
Il BTp a due anni tocca quota 7%: un segnale di allarme non indifferente se permarrà nel tempo. Basti considerare la storia recente di Grecia, Portogallo e Irlanda per determinare il nostro futuro. E la crescita economica diventa sempre più un miraggio.
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