Segnali candlestick e rendimento atteso nei trend più solidi

Uno swing trader dovrebbe essere considerato uno speculatore di breve periodo. Pertanto il suo obiettivo principale sarà prima “non prenderle”, ossia rischiare il meno possibile, e poi cercare di guadagnare senza mai esagerare troppo nelle sue proiezioni del target. Infatti, i migliori segnali di trading di breve termine funzionano bene se inquadrati in un’ottica temporale non troppo ampia. Quando si esagera nell’individuazione del rendimento atteso, il rischio di vedersi sfuggire buoni risultati già acquisiti “sulla carta” (ossia non ancora monetizzati) aumenta molto con il passare del tempo. Uno swing trader non dovrebbe quasi mai ricercare profitti che siano più di 2/3 volte l’ammontare del rischio iniziale.

Tuttavia esistono casi in cui è possibile osare maggiormente. Si tratta dei contesti di mercato caratterizzati dalla presenza di forti trend direzionali, spesso innescati da sontuosi breakout di ampie fasi di consolidamento. Per comprendere tale situazione andiamo a studiare il grafico mostrato in basso sul tasso di cambio USD/CAD, ovvero il rapporto di cambio tra il dollaro statunitense e il dollaro canadese (il cosiddetto “Loonie”, volendo utilizzare il gergo dei forex trader delle sale operative). Il cambio evidenzia un bellissimo breakout e poi un rally molto robusto.

A un certo punto il mercato sperimenta un crollo intraday, che però viene recuperato nella stessa giornata portando alla formazione una bellissima pin bar in trend. Il segnale candlestick è netto e può essere sfruttato in un’ottica di swing & momentum trading per cercare di portare a causa grossi profitti. A questo punto il trader può osare un po’ di più rispetto a una situazione di ordinaria operatività. Se si considera l’esempio, era possibile cavalcare il trend incamerando anche 5 volte il rischio iniziale! Un rapporto 1:5 tra rischio e beneficio atteso. Niente male…

Alla prossima pillola!

Nicola D’Antuono