La cancelliera tedesca Angela Merkel al Bundestag commenta la situazione Grecia ricordando che la crisi monetaria nell’eurozona causerebbe il fallimento dell’intera Europa.
Non è una frase pronunciata da un cittadino qualsiasi ma è proprio parte di una dichiarazione ufficiale che ha fatto il giro del pianeta e che è stata pronunciata al Bundestag dalla cancelliera tedesca Angela Merkel.
Se l’euro fallisce, fallisce l’Europa.
Il debito greco è troppo alto per essere trattato con operazioni ordinarie di prestito. Studiosi di economia lo hanno scritto in più lingue e in ogni approfondimento giornalistico specialistico o no il tema è sempre all’attenzione e con varie sfumature.
In cifre percentuali si tratta del 175% circa del Pil, che nell’ultimo trimestre del 2014 è peraltro diminuito dello 0,2%. Occorre una valutazione più mirata da parte dell’Unione europea con soluzioni anche parziali ma che consentano alla Grecia di rilanciare la sua economia sia verso l’esterno che verso l’interno.
Frasi come:
Il mondo giudica l’Europa da come saprà gestire la situazione con la Grecia
sembrano pronunciate da un cittadino qualsiasi ma non è così.
Il carico delle contraddizioni questa volta è forte perché è la cancelliera tedesca Angela Merkel a pronunciare queste parole, ignorando che è proprio la Germania a mettersi sempre e in modo sistemico di traverso alle soluzioni di alleggerimento del debito greco.
Sulla Grecia non è in vista nessun accordo definitivo nonostante gli incontri tecnici del vertice Ue e del il meeting bilaterale con il premier ellenico Alexis Tsirpas a Berlino previsto per lunedì.
La gestione del debito greco, per il quale il 25 gennaio scorso il popolo greco - eleggendo Alex Tsipras - ha inteso che si avviasse una svolta, non può essere svolta solo con processi di austerity; si sono realizzati licenziamenti nei vari settori ed è in corso una crisi umanitaria che ha avuto una risposta parziale per un programma di misure approvato dal parlamento greco il 18 marzo e dopo imponenti manifestazioni di protesta contro il neo governo ellenico.
La cancelliera tedesca Angela Merkel sulla crisi umanitaria della Grecia non ha mai fatto alcuna considerazione specifica, ma si occupa di ricordare che il fallimento dell’euro porterebbe il fallimento dell’Europa intera.
Se il fallimento dell’euro è in relazione con la crisi greca perché le tematiche non si affrontano insieme?
Lo vietano i Trattati.
Il presidente dell’Ue Donald Tusk, su richiesta del premier Tsipras, ha convocato un incontro sulla Grecia a termine del Consiglio europeo al quale parteciperanno Tsipras, Merkel, Hollande, Draghi, Juncker e il presidente dell’Eurogruppo Dijsselbloem.
Se quest’incontro "non è l’incontro decisivo per la Grecia in quanto si tratta di un incontro informale e proprio per per evitare una discussione al vertice che poteva scaldarsi un po’ troppo", quale sarà l’incontro che avvierà una svolta?
Ma, soprattutto, ci sarà un incontro per effettuare un accordo concreto?
I media diffondono note con le quali s’informa che Commissione europea lavora per trovare una soluzione al debito greco ma questa si dichiara essere molto complicata e purtroppo il tempo dei quattro mesi previsti dall’Intesa Grecia-Ue per l’estensione delle scadenze di pagamento del debito sta finendo.
Appare chiaro che non si devia dall’Intesa del 20 febbraio ma per l’Ue sembra importante solo che la Grecia applichi il programma sottoscritto con l’ex governo Samaras e che "senta il senso di urgenza" anche se i cittadini greci hanno il problema di mettere insieme il pranzo con la cena e che spesso per tante famiglie questa non c’è per niente.
Attenzione ai mercati finanziari
Ormai pare che Milano sia la peggiore tra le piazze europee per il calo del comparto bancario con lo spread Btp/Bund in risalita oltre i 110 punti base.
Com’è noto l’Italia detiene titoli di debito greco e, c’è poco da fare, si guarda con preoccupazione al futuro della Grecia e non è un caso che il decennale ellenico è tornato sopra l’11% e proprio in attesa dell’esito dei negoziati con l’Ue.
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