Sconto pedaggio moto in autostrada fino al 31 dicembre. Quanto si risparmia e come ottenerlo

Redazione Motori

26 Giugno 2019 - 10:56

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I motociclisti potranno continuare a godere dello sconto sul pedaggio autostradale, prorogato fino al 31 dicembre. Occorre però dotarsi di un apparato Telepass.

Lo sconto pedaggio moto in autostrada è stato porrogato fino al 31 dicembre 2019, lo ha annunciato il Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Danilo Toninelli. I motociclisti che utilizzeranno le autostrade potranno continuare a beneficiare della riduzione del 30% sui pedaggi.

C’è però una condizione: dotarsi di un apparato Telepass Family per utilizzare le piste riservate ai caselli e ricevere lo sconto. Inoltre, è necessario seguire una specifica trafila burocratica per abbinare al contratto Telepass la targa del motociclo.

Il Ministro Toninelli, in una nota diffusa dal Dicastero dei trasporti, ha così commentato: “Anche quest’anno non abbiamo dimenticato le due ruote: ho infatti dato il via libera a un’ulteriore proroga, fino a fine anno, dell’accordo tra il Mit e Aiscat che prevede lo sconto del 30% ai caselli autostradali in favore dei motociclisti dotati di Telepass”.

Lo scorso anno, appena arrivato al Ministero, la proroga degli sconti per le due ruote in autostrada fu uno dei miei primi atti. Quest’anno ho ritenuto doveroso effettuare un’altra proroga della sperimentazione, così da garantire la prosecuzione degli sconti anche per la stagione estiva 2019, continuando a lavorare per una stabilizzazione delle tariffe ridotte”, ha aggiunto il Ministro.

Sconto pedaggio moto in autostrada: come funziona

Lo sconto pedaggio moto in autostrada è stato introdotto nel 2017 e prorogato di anno in anno. Le parole di Toninelli - però - fanno ben sperare che la stanbilizzazione del taglio alle tariffe per le due ruote che possa essere defintiva.

Vediamo come funziona e quali passi bisogna fare per ottenere lo sconto. Tanto per cominciare è necessario essere titolari di un contratto Telepass, come per tutti i clienti “Family”. Una volta attivato il contratto e ricevuto l’apparato, occorre abbinarvi la targa della moto.

Ad ogni contratto Telepass Family può essere abbinata una sola targa moto, quindi chi ha più di una due ruote da utilizzare in autostrada dovrà sottoscrivere un contratto per ogni motociclo. Un limite, in effetti, così come è un limite il fatto che a beneficiarne non potranno essere i turisti stranieri in vacanza in Italia.

Dal momento - però - che i sistemi istallati ai caselli non sono in grado di distinguere una moto da una vettura, i motociclisti che intendono usufruire dello sconto sul pedaggio autostradale per le moto dovranno allegare la copia del libretto del motociclo al contratto Telepass.

Una sola moto per ogni Telepass e niente cumulo per i pendolari

La formula individuata dal Ministero per le Infrastrutture e i Trasporti è la medesima già in vigore nel 2017 e nel 2018. A quanto già detto, vanno aggiunte tre condizioni da rispettare, pena la perdita dello sconto e il diritto delle concessionarie alle eventuali azioni civili, amministrative e/o penali, ove ne ricorrano i presupposti:

  • l’apparato Telepass dovrà essere utilizzato unicamente sulla moto con targa abbinata. Non lo si può utilizzare con un’altra moto e con una vettura;
  • tutti i passaggi nelle piste Telepass dei caselli vengono fotografati per rilevare la targa. Operazione necessaria per le verifiche del puntoo precedente;
  • lo “sconto moto” non è cumulabile con lo “sconto pendolari”.

Su quest’ultimo punto c’è da registrare la posizione critica dell’UNC - Unione nazionale consumatori. “Gli sconti vanno estesi anche agli automobilisti pendolari”, afferma Massimiliano Dona, presidente dell’UNC.

Fin da marzo abbiamo scritto al ministro Toninelli, chiedendogli di rinnovare il protocollo d’intesa tra il ministero dei Trasporti, Aiscat e le società concessionarie di autostrade, che prevedeva agevolazioni agli utenti pendolari muniti di Telepass, e che oramai è scaduto il 31 dicembre 2017”.

Ad oggi non abbiamo avuto una risposta. Un peccato perché gli sconti, che arrivavano fino al 20%, compensavano i costi che i lavoratori devono sostenere per raggiungere in auto il posto di lavoro”, conclude Dona.

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