Approvato negli Stati Uniti il primo animale geneticamente modificato (GM) destinato al consumo umano. Si tratta di una specie di salmone.
Viene già ironicamente chiamata “Frankenfish” la nuova specie di salmone creata dalla società biotech AquaBounty di Boston. Si tratta di un tipo di salmone atlantico geneticamente modificato per velocizzarne la crescita permettendone il consumo dopo poco più di un anno dalla nascita invece dei consueti due anni e mezzo di un normale salmone.
La Food and Drug Amministration (FDA) ne ha recentemente approvato la produzione per il consumo umano e secondo le opinioni degli studiosi ci vorranno due anni per poter portare il prodotto sul mercato. L’FDA garantisce che il pesce sia sicuro da mangiare e insieme all’approvazione ha stabilito anche i termini della produzione che si dovrà svolgere in vasche a terra e in due soli impianti in Canada e Panama, deve inoltre garantire la produzione di esemplari sterili in modo da non creare incroci con i salmoni non GM nel caso avvenisse una fuga.
Cosa si intende con “Geneticamente Modificato”?
Un prodotto OGM è il frutto di una tecnologia genetica che attraverso la modificazione del DNA mira a migliorare una determinata specie che sia microrganismo, pianta o animale.
Le caratteristiche che si punta ad introdurre nei soggetti modificati sono una resistenza maggiore alle malattie e una crescita velocizzata. Questa tecnologia detta scientificamente del “DNA ricombinante” viene applicata nella produzione agricola per la prima volta negli anni ’70 e durante gli anni ’90 viene utilizzata attivamente per la nascita di nuove coltivazioni agricole. Ad oggi si stima che questo tipo di agricoltura, considerata produzione industriale, arrivi a ricoprire 112 milioni di ettari nel mondo.
Un prodotto OGM è sicuro?
Sembrerebbe un grande passo non solo per la scienza ma anche per l’ecologia in quanto, come afferma il dottor Ron Stotish di AquaBounty, sarà possibile reperire questo tipo di pesce senza minare il suo habitat naturale. Eppure associazioni come Greenpeace sono contrarie, non bisogna sottovalutare i rischi: cosa succederebbe se ci fosse una fuga di esemplari?
Contenimento e sterilità non possono essere garantiti al 100%, dall’immissione in natura si potrebbe creare un’ulteriore nuova specie che porterebbe nel corredo genetico un’alta probabilità di sterilità rischiando così una progressiva riduzione dei salmoni.
Inoltre, come sostiene la Prof. Helen Sang dell’università di Edimburgo, questa approvazione della FDA non fa altro che creare un precedente, se viene permesso produrre salmoni transgenici nulla esclude che la proposta si espanda ad altri tipi di animali, potrebbe anche raggiungere i livelli dell’agricoltura OGM.
La popolazione è pronta ad un’offerta simile?
Rimane un dubbio mettere da parte le implicazioni morali nel nome del progresso, per quanto pulito e in buona fede questo possa essere.
© RIPRODUZIONE RISERVATA