Putin prepara una riforma legislativa volta a controllare il web in caso di emergenza nazionale. Ecco cosa prevede il piano del Cremlino
Vladimir Putin non vuole lasciare nulla al caso. Ecco dunque che spunta un piano volto a prendere il controllo del web in caso di "emergenza nazionale". Secondo quanto emerso nel corso degli ultimi mesi, lo scorso 22 settembre si sarebbe tenuto un meeting tra il presidente moscovita e gli esperti di sicurezza nazionale del Cremlino, il cui tema centrale sarebbe stato proprio internet.
A riportare la notizia è il giornale russo Vedomosti che parla di una riforma attualmente in preparazione, da introdurre a partire dal 2015 e da attuare in caso di guerra o disordini pubblici.
Il piano prevede che il Governo dia mandato all’agenzia federale Rossvyaz di prendere il controllo dei domini di primo livello del Paese ( domini .ru e .rf), in modo da consentire a questi ultimi, nel caso in cui si verificassero determinate condizioni, di lasciare i cittadini russi senza connessione internet, in altre parole, di isolarli dal resto del mondo. A frapporsi tra Putin il suo progetto, potrebbe essere però l’Icann, l’organizzazione internazionale che gestisce gli indirizzi IP di tutto il mondo e che ha sede proprio in "territorio nemico", gli Stati Uniti.
Ricordiamo inoltre che la legislazione russa possiede già delle restrizioni sul web: i blog hanno l’obbligo di registrarsi come testate giornalistiche, di iscriversi nei registri del servizio federale per la supervisione delle comunicazioni e di rispettare i limiti previsti per giornali e tv. Gli operatori dei siti web devono conservare i dati relativi alle comunicazioni degli utenti per un periodo di sei mesi in base alla legge antiterrorismo entrata in vigore dopo l’attacco di Volgograd del dicembre 2013.
Non è la prima volta che si parla di una di una riforma di questo tipo. Il primo ad anticipare le intenzioni di Putin era stato il sito web Open Democracy che, nel giugno scorso, aveva parlato di un piano di creazione di una rete chiusa e isolata dal resto del mondo che prevedeva il divideto di installazione dei server che gestiscono i domini .ru e .rf al di fuori dei confini russi.
A questo si aggiungono le notizie riportare da Vedomosti. Due indizi non fanno una prova, ma il dubbio che una simile riforma sia al vaglio del Cremlino si è ormai insediato nella mente di molti. Riassumendo in parole povere i termini della riforma: nel caso in cui si verificassero guerre o disordini pubblici, il Governo avrebbe la possibilità di chiudere internet ai cittadini russi, censurando de facto la circolazione delle notizie e impedendo a chiunque di informarsi in modo corretto. Una riforma che senza dubbio susciterà polemiche e farà storcere il naso ai supporters della libertà di informazione (attiva e passiva).
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