Rugby: il giro d’affari del Sei Nazioni

Massimiliano Carrà

27/02/2019

05/03/2019 - 14:37

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Il Sei Nazioni non si è ancora concluso, ma il suo giro d’affari è fondamentale per la Federazione Italiana Rugby

Rugby: il giro d’affari del Sei Nazioni

Non è lo sport più seguito in Italia, ma il rugby continua a crescere anno dopo anno, anche grazie al giro d’affari del Sei Nazioni. Iniziato lo scorso 1 febbraio, il torneo che vede sfidarsi Francia, Inghilterra, Galles, Scozia, Irlanda e Italia si concluderà il 16 marzo. Al momento gli azzurri sono stati sconfitti dalla Scozia, dal Galles e dall’Irlanda.

Sebbene la Nazione Italiana non riesca dal punto di vista dei risultati a dare soddisfazioni ai suoi tifosi, tuttavia la sua partecipazione al Sei Nazioni per la FIR (Federazione Italiana Rugby) rappresenta un importante e vitale introito economico.

Secondo indiscrezioni raccolte dalla redazione di Money.it, ecco quali sono le cifre che ruotano intorno alla competizione e i guadagni per la Federazione Italiana di Rugby.

Sei Nazioni: introiti da 19 milioni di euro

Il Sei Nazioni porta nelle casse della FIR oltre 19 milioni di euro. Questa cifra ovviamente è la somma di varie entrate: incassi dal botteghino, sponsorship e diritti tv.

Di questi 19 milioni, circa 10-13 derivano dagli introiti dei diritti tv vengono gestiti dalla Six Nations Litimed. La società che gestisce il torneo si occupa di ripartire il 75% dei proventi alle sei squadre partecipanti in parti uguali.

Questo sistema garantisce maggiori entrate alla FIR, perché in Italia i diritti tv del Sei Nazioni sono molto più economici: per la trasmissione in chiaro dei 15 match sulla piattaforma DMax, Discovery paga 2 milioni di euro.

Negli altri Paesi interessati gli importi sono totalmente superiori: Bbc e Itv, in coppia, fino al 2021 sborseranno infatti 50 milioni di sterline a stagione per la diffusione dei match nel Regno Unito.

La FIR aiuta la Six Nations Limited nella ricerca delle possibili emittenti interessate, ma non di più. Poi chi fa la migliore offerta alla società che gestisce l’evento si aggiudica i diritti. Ovviamente si privilegiano le offerte che prevedono la trasmissione dei match in chiaro.

Come funziona la ripartizione degli incassi dal botteghino

Totalmente differente è invece la ripartizione degli incassi dal botteghino per le singole partite. L’incassato non è gestito dalla Six Nations, ma è di competenza delle singole Union partecipanti.

La FIR per le partite che vanno in scena durante il Sei Nazioni allo stadio Olimpico di Roma, ha un preciso accordo con la Coni: superata una certa quota di incasso per ogni singola partita, la Federazione diventa shareholder al 50%.

Infatti dei 19 milioni di euro di introiti che la FIR guadagna dal Sei Nazioni, circa 5 derivano proprio dagli incassi per le tre partite giocate durante la competizione dagli azzurri all’Olimpico.

Il main sponsor della FIR: Cattolica Assicurazioni

Il Sei Nazioni del 2019 è anche il primo per Cattolica Assicurazioni come main sponsor della FIR. La società assicurativa da luglio 2018 ha preso il posto dell’istituto bancario Cariparma, divenuto nel 2016 Crédit Agricole Cariparma.

Il rapporto con Cariparma si è concluso dopo 12 anni con una reciproca soddisfazione. La FIR aveva bisogno di rivedere alcuni aspetti e l’istituto bancario voleva entrare nel mondo di un altro sport. Crédit Agricole Cariparma infatti è diventata official bank di Inter FC.

E se gli italiani da una parte aspettano con ansia una vittoria degli azzurri che ormai manca da troppo tempo, dall’altra la Federazione Italiana Rugby si gode il giro d’affari che il Sei Nazioni porta con sé.

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