Romney: Obama trasformerà gli Stati Uniti nella Grecia

Daniele Sforza

28 Settembre 2012 - 15:25

Romney: Obama trasformerà gli Stati Uniti nella Grecia

Si aggrappa ancora all’economia Mitt Romney per recuperare tutto il terreno perso nei confronti di Barack Obama. Abbiamo già detto quanto l’economia sia uno dei principali punti chiave su cui si baseranno le prossime elezioni USA 2012, ma se fino a poco tempo fa, su questo delicato terreno, Romney sembrava essere in netto vantaggio, ultimamente ha perso moltissimo nei confronti di un Obama che ha visto i suoi consensi incrementare sempre di più, forse anche a causa delle gaffe di Romney. E non è un caso che Obama stia acquistando sempre più consensi anche tra le file dei cattolici e abbia aumentato il suo vantaggio nei due swing States forse più importanti, ovvero Florida e Ohio (nessuno ha vinto le presidenziali senza conquistare l’Ohio).

Romney torna sull’economia, ma Obama è sempre in vantaggio

Romney ha cercato dunque di riportare il dibattito sul tema economico, forte anche degli ultimi dati sfavorevoli alla politica di Obama, relativi agli ordini dei beni durevoli (-13,2% ad agosto) e alla crescita del Pil inferiore alle stime (+1,3% invece di +1,7%), esprimendo concetti e argomentazioni piuttosto forti, tali da sostenere che Obama non è l’uomo giusto per risollevare gli Stati Uniti dalla crisi e per allontanare lo spauracchio di una nuova recessione.

"Obama indebolirà la nostra economia e ci trasformerà nella Grecia", ha dichiarato Romney, parlando anche di un’economia attualmente in panne, mal gestita dalle politiche di Obama durante questi 4 anni. Da Springfield (quella reale, in Virginia, non quella inventata dei "Simpson"), Romney ha tuonato: "I redditi stanno calando e allo stesso tempo i prezzi stanno aumentando. Da quelli della benzina a quelli dell’energia fino a quelli dei generi alimentari". "Io renderò l’America più forte", ha poi concluso.

L’ultimo sondaggio Gallup intanto conferma ancora il gap di 6 punti percentuali tra Obama (50%) e Romney (44%) per ciò che concerne le preferenze attuali dell’elettorato americano. L’impressione, al momento, è che il paragone tra la situazione americana e la situazione europea non convinca più di tanto i cittadini statunitensi chiamati al voto, forse ansiosi di affidare il proprio voto a un uomo che non riesce a capire perché i finestrini degli aerei non si aprono.

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