Per raggiungere i 125 milioni calcolati per l’aumento di capitale di Alitalia, ne mancano ancora circa 38 milioni. La compagnia, invece conferma che il traguardo verrà centrato. Ci sono più fattori che sembrano far presagire una risoluzione positiva, in primis i 15 milioni messi in campo da Antonio Percassi, presidente dell’Atalanta, che entrerà con Odissea, società della holding del gruppo a lui facente capo.
I rumors sui contenuti della strategia messa a punto dal manager, Gabriele del Torchio quali: agli agli stipendi superiori ai 40mila euro lordi, 1500 esuberi circa, ricorso massiccio ai contratti di solidarietà e forte tagli ai costi per ottenere risparmi tra il 20% e il 25% non contribuiscono però a tranquillizzare gli operatori. I sindacali infatti sono già sul piede di guerra.
Riassumendo l’operazione, con le cifre ufficiali diffuse, dovrebbe essere di 173 milioni, tenendo conto dello sforzo dei soci e del contributo delle banche (Intesa Sanpaolo, che è anche azionista della società, e UniCredit). Queste ultime hanno fatto chiaramente capire che non sono disposte a firmare cambiali in bianco e, come da accordi, i loro versamenti andranno di pari passo con quelli dei soci.
Le ultime voci, riferiscono della possibilità che Colaninno, con la sua Immsi, vada oltre i 21 milioni legati alla sua quota (finora ne avrebbe versati 13) e nuovi apporti da altri azionisti tra cui Orsero, Angelucci, D’Avanzo e Carbonelli.
Bisogna ricordare che un eventuale intervento per coprire I 38 milioni che ancora non ci sono, verranno coperti solo in una terza fase, speriamo non eventuale. In pole position come risaputo c’è Poste, che si è impegnata a versare 75 milioni, sempre che l’UE non intervenga sempre con il suo bastone.
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