È giunta inaspettata la notizia da parte della Banca Centrale Australiana (Rba) sul taglio dei tassi di 25 punti base, ossia dal 3,50% al 3,25%. La motivazione: cercare di proteggere il paese dall’indebolimento generale dell’economia. Si tratta già del terzo taglio dopo quello di Maggio di 50 punti base e quello di inizio Giugno di 25 punti base, arrivando in totale all’1% in meno. Dopo la decisione, si è verificato subito un deprezzamento del dollaro australiano, sceso da 1,0369 a 1,0302 contro il dollaro.
Deboli prospettive per il futuro
"Il Consiglio ha valutato che, sulla scia degli sviluppi internazionali, le prospettive di crescita per il prossimo anno sarebbero state più deboli, mentre si prevedeva che l’inflazione sarebbe stata coerente con gli obiettivi", ha detto in un comunicato il governatore di Rba, Glenn Steven e ha aggiunto, "Il Consiglio ha quindi ritenuto opportuno far sì che l’orientamento della politica monetaria diventasse un po’ più accomodante".
La decisione arriva come conseguenza del rallentamento dell’economia della Cina, il più grande mercato di esportazione dell’Australia, e le preoccupazioni legate al probabile calo della domanda delle risorse minerarie lucrative dell’Australia, come ad esempio il minerale di ferro. L’economia australiana era infatti rimasta forte grazie al boom minerario, caraterizzato dalla forte domanda cinese di minerale di ferro, gas naturale e carbone; ma il rallentamento dell’economia cinese, insieme all’indebolimento del dollaro australiano ha gettato ombre sul futuro economico del paese. Nelle ultime settimane infatti, molte industrie minerarie hanno cancellato vari piani di investimento e molte miniere sono state chiuse.
Dall’altra parte, la decisione della banca volge a favore delle famiglie e delle piccole imprese, in quanto il taglio dei tassi si tradurrrà per loro in notevoli risparmi.
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