Renzi: una riforma al mese per uscire dalla crisi. Ma con quale maggioranza?

Marta Panicucci

18 Febbraio 2014 - 16:18

Domani dovrebbero finire le consultazioni iniziate questa mattina dal quasi premier Renzi. Presto si dovrebbe votare la fiducia al nuovo governo, ma i nodi da sciogliere non sono pochi

Renzi: una riforma al mese per uscire dalla crisi. Ma con quale maggioranza?

Il dado è tratto, o quasi. Se nelle prossime ore Renzi al termine delle consultazioni, andrà da Napolitano per sciogliere la riserva sarà ufficialmente Presidente del Consiglio. Premier più giovane della nostra storia, terzo non investito dal voto popolare, primo, e stando ai suoi piani unico, premier del 2014.

"Obiettivo: fine legislatura 2018", ha detto Renzi al termine del colloquio con Napolitano è per questo motivo che, per scegliere la sua squadra di governo, ha annunciato che si sarebbe preso tutto il tempo necessario. Il neo premier ha anche affermato di sentire chiaramente il senso dell’urgenza e della delicatezza del momento. Per questo motivo e per dare una road map chiara a tutti ha indicato una riforma al mese:

  • a febbraio le riforme elettorali e costituzionali,
  • a marzo il lavoro,
  • ad aprile la riforma della Pa,
  • a maggio il fisco.

Il programma di governo è serrato, è per questo che "è fondamentale - sottolinea Renzi - che le forze della maggioranza, per quanto riguarda il governo, e di tutto l’arco costituzionale, per quanto riguarda le riforme, siano ben consapevoli dei prossimi passaggi".

Le consultazioni iniziate questa mattina dovrebbero concludersi nella giornata di domani quando Renzi incontrerà la delegazione di Forza Italia e del Pd.

La maggioranza
Il primo problema che il neo premier dovrà affrontare, per iniziare a seguire la tabella di marcia indicata al termine del colloquio con Napolitano, è trovare una maggioranza stabile su cui contare per portare le riforme in Parlamento.

E qui si creano subito i primi nodi del governo Renzi. Già nel Partito Democratico le minoranze hanno manifestato il proprio mal di pancia tanto che Civati ha negato il sostegno al governo Renzi. Cuperlo aspetta di leggere il programma del neo sindaco per decidere la propria posizione.

Forza Italia si schiera all’opposizione, ma è proprio con il suo leader Silvio Berlusconi che Renzi aveva trovato l’accordo per la riforma elettorale. E qui nasce un altro problema. Perché in mancanza di altri voti, il sostegno del Nuovo Centrodestra è fondamentale per avere la fiducia al Senato, ma Alfano ha espressamente chiesto a Renzi di prendere le distanze da Berlusconi.

Quindi se il neo premier vorrà portare a termine la riforma elettorale avviata con Berlusconi potrebbe rischiare di perdere il sostegno di Alfano. Ma nell’ipotesi in cui volesse trovare un accordo con Ncd e allontanarsi da Berlusconi certamente sarebbe costretto ad accettare un compromesse con Angelino che non voterà mai una legge elettorale che, stando ai fatti attuali, lo terrebbe fuori dal Parlamento.

A quanto pare, i problemi per il governo a guida Matteo Renzi sono iniziati prima della sua nascita. Ma l’obiettivo resta il 2018.

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