Salvini, sulla scia del referendum scozzese per l’indipendenza, rilancia la secessione della Padania: "Partiamo dal Veneto".
Il 18 settembre la Scozia vota per la sua indipendenza. Decine di militanti leghisti sono già arrivati ad Edimburgo per seguire da vicino un evento storico che, a loro dire, aprirebbe le porte a tutti i movimenti secessionisti in seno ai Paesi europei. Il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini ribadisce l’obiettivo del suo partito di portare i cittadini a votare per l’indipendenza della Padania. "Partiamo dal Veneto" ha annunciato.
Il referendum in Scozia
Non è ancora chiaro cosa accadrà giovedì nelle urne scozzesi. I sondaggi sono troppo altalenanti per farsi un’idea sul responso del referendum per l’indipendenza della Scozia. La cosa certa è che il governo inglese ha lanciato un’intensa campagna per la promozione del "no" all’indipendenza. Il referendum del 18 settembre è sentito da inglesi e scozzesi come un momento epico della storia del Paese, tanto che anche la Regina ha deciso di intervenire nel dibattito: "Spero che la gente penserà con molta attenzione al futuro".
La posta in gioco in effetti è molta alta, le ricadute sociali ed economiche su un’eventuale indipendenza della Scozia sarebbero molte. In Scozia hanno sede la Royal Bank of Scotland (Rbs) e la Lloyds ha qui gran parte delle sue attività. Ma con la minaccia dell’indipendenza che pesa sulle loro attività molte realtà finanziarie hanno già fatto sapere che traslocheranno verso Londra. Altro problema, soltanto per fare un esempio, riguarderebbe il whisky che rappresenta l’85% delle esportazioni agroalimentare scozzesi. L’indipendenza della Scozia, e quindi la sua uscita almeno momentanea dall’Unione europea, potrebbe far aumentare il prezzo della produzione e far cadere le agevolazioni fiscali tra la Scozia e i paesi europei importatori. Per questo motivo la grandi aziende di produzione del whisky, con lavoratori e famiglie, si sono schierati contro il referendum.
Dalla loro parte però, gli scozzesi hanno la storia e l’opinione espressa da John Swinney, uno dei pezzi grossi dello Scottish National Party, ma condivisa dai più secondo cui: "faremo un lavoro migliore governandoci da soli invece che subire decisioni prese dal governo britannico". Secondo le intenzioni degli indipendentisti scozzesi il nuovo stato dovrebbe rimanere una monarchia con la regina Elisabetta II come sovrana. La Scozia punterebbe inoltre a entrare nella comunità europea, ma senza adottare l’euro per evitare le imposizioni di Bruxelles soprattutto in tema di austerità.
La secessione della Padania
Anche i leghisti, come gli scozzesi, stanno vivendo il referendum per l’indipendenza come un momento storico cruciale. Dalla vittoria del "sì" all’indipendenza anche il movimento per la secessione della Padania ne trarrebbe "indubbio vantaggio".
Il segretario della Lega nord Salvini attacca Renzi: "In Gran Bretagna c’è Cameron mentre in Italia c’è Matteo Renzi, avessimo un Cameron non avremmo l’euro e discuteremmo di autonomia, purtroppo invece abbiamo Renzi che pur di non affrontare il problema sbarra la strada alla volontà popolare". Anche nel piano di Salvini c’è la permanenza della Padania nell’Unione europea: "Io sono sempre stato europeista e non cambio idea. Non avrei problemi, rimarremmo in Europa ricontrattando la moneta e le competenze. Il vantaggio della Scozia è che non ha l’euro e quindi ha meno vincoli".
Secondo il Segretario della Lega nord, a prescindere dall’esito del referendum in Scozia, anche in Italia ormai è solo questione di tempo. Lo Stato centralizzato non è in grado di risolvere la crisi e le istanze territoriali si fanno sempre più forti. "Il governo - conclude Salvini - sembra sordo, ha impugnato la richiesta di referendum in Veneto ma presto dovrà ascoltare. Noi riteniamo che i veneti devono poter votare, è per questo che il 21 saremo a Cittadella, città fortificata e dall’alto valore simbolico, per ribadire il concetto".
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