La Grecia torna a suscitare clamore, il rischio golpe sale sempre di più e le preoccupazioni aumentano. Stamattina la polizia ellenica ha annunciato l’arresto del leader del partito neo-nazista Alba Dorata, coinvolto nell’omicidio di un rapper di sinistra perpetrato alcuni giorni fa. La Nazione è in allerta, il pericolo che la situazione precipiti diventa sempre più alto.
Brutte notizie alla Casa Bianca dove Barack Obama ha deciso di effettuare dei tagli che comporterebbero il licenziamento di 1.701 persone. Intanto la battaglia con il congresso continua.
Novità anche dall’Iran, mentre l’Italia continua a destare clamore.
Ecco quindi le principali notizie apparse sulle prime pagine di oggi.
Grecia
La Grecia è vicina al collasso. La polizia ellenica ha arrestato stamattina Nikos Michaloliakos, leader di Alba Dorata, partito entrato in Parlamento dopo le ultime elezioni, nel corso di una retata che ha portato in manette altre 10 persone, tutte coinvolte nell’omicidio di Pavlos Fissas, rapper 34enne di sinistra pugnalato a morte per le sue idee politiche.
Ecco cosa scrive il Wall Street Journal:
Alba Dorata – che è nota per il suo approccio estremo contro gli immigrati, i gay e i rivali politici – ha ripetutamente negato qualsiasi coinvolgimento nell’attacco e ha affermato di non appoggiare la violenza. La polizia ha detto che nel corso delle indagini è stata trovata una connessione tra il partito e l’omicidio, un membro del governo coinvolto nel crimine.
Questa persona insieme ad altri esponenti del partito, ha detto la polizia, avrebbero aggredito Fyssas. In tutto un gruppo di 40 persone che comprende un uomo di 45 anni, attualmente in custodia cautelare, che avrebbe confessato di aver pugnalato il rapper. L’uomo, ha detto un membro di Alba Dorata, ha agito per legittima difesa, ma la polizia è convinta che si tratti di un’azione organizzata.
Il NY times invece sottolinea:
è la prima volta che membri di partiti politici nonché membri del Parlamento vengono arrestati in Grecia dalla caduta della giunta militare nel 1974.
Licenziamenti alla Casa Bianca
A parlare della questione è Bloomberg. 1.701 persone a rischio licenziamento e se il Presidente non riuscirà a trovare un accordo con il Congresso, il numero potrebbe salire in maniera esponenziale:
Bloccare il lavoro del governo significa che il Presidente Barack Obama avrà meno persone a cucinargli la carne, fargli il bucato, pulire il pavimento o cambiargli le lampadine, secondo il piano d’emergenza della Casa Bianca.
Circa ¾ delle 1.701 persone che fanno parte dello staff del Presidente potrebbero essere mandate a casa. La squadra di sicurezza nazionale potrebbe essere ridotta, alcuni economisti potrebbero essere licenziati e ci potrebbero essere ulteriori tagli alla spesa ufficiale. Le decisioni politiche della Casa Bianca su ambiente e droga potrebbero essere posticipate mentre il palazzo dell’esecutivo lotta per far quadrare i conti.
Insomma se Congresso e Presidente non si metteranno d’accordo in fretta, i tagli potrebbero incidere sui servizi ai cittadini e non solo sulla Casa Bianca, come ha evidenziato Obama ieri sera.
Iran
Iran e America cominciano a parlare. Il WSJ racconta di una storica telefonata arrivata ad Obama. Dall’altra parte del telefono c’era Hasan Rouhani.
15 minuti di colloquio nel quale i due Presidenti avrebbero discusso del programma di disarmo nucleare. Il NY Times sottolinea:
Il rapport fra US e Iran ha avuto un significativo cambiamento venerdì scorso, quando I due Presidenti sono diventati i primi leader dei rispettivi Paesi a parlarsi da trent’anni a questa parte.
Ma la BBC evidenzia inoltre:
I
l Presidente iraniano al ritorno da New York è stato accolto da un gruppo di persone che urlavano “Morte all’America”.
Insomma i cittadini non hanno accolto bene questa distensione.
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