Gran parte delle manovre italiane degli ultimi anni sono andate nella direzione del rispetto del rapporto deficit/pil al 3%. La fatidica soglia del 3% è diventata ormai un’ossessione per l’Italia e gli altri paesi dell’eurozona.
Matteo Renzi prima di diventare premier aveva dichiarato che è possibile sforare la soglia del 3% per poi cambiare idea, in veste di premier, al primo colloquio con Angela Merkel che l’ha fatto rientrare nei ranghi. Ma nell’Europa a 18 paesi chi rispetta il rapporto deficit/pil al 3%? Molti meno paesi di quanto immaginiate.
Rapporto deficit/Pil al 3%
Guardiamo i dati di Eurostat del 2012 e dei primi trimestri del 2013. Nel 2012, dei 18 paesi dell’area euro soltanto 7 hanno rispettato la soglia del 3%, tra questi: Germania, Estonia, Lettonia, Lussemburgo, Austria, Finlandia e Italia.
Nel 2013, anche se i dati sono preliminari, hanno sforato il tetto del 3% ben 13 paesi su 18. Tra questi compare anche l’Italia che secondo il Fondo Monetario internazionale avrebbe chiuso lo scorso anno a 3,2% tornando a sforare la soglia del rapporto deficit/Pil.
Nel 2009 ad esempio primo anno di crisi, dei 17 paesi, la Lettonia ancora non era entrata, soltanto 3 hanno rispettato il rapporto deficit/Pil al 3% e tra questi la bacchettona Germania ancora non c’era: gli unici virtuosi nel 2009 furono l’Estonia, il Lussemburgo e la Finlandia.
Di seguito la tabella completa che indica per ogni anni il rapporto deficit/Pil dei vari paesi:
Chi ha fissato il tetto al 3%?
Perché proprio il 3%? chi ha fissato il tetto al 3% per il rapporto deficit/Pil? La formula per il rapporto è stata studiata negli anni ’80 da un sconosciuto funzionario del governo di François Mitterand, Guy Abeille, ai tempi non ancora trentenne.
Lo stesso inventore della soglia del 3% ammette che, oltre a non essere basato su un’analisi teorica economia, al momento tale tetto appare anacronistico. L’idea di stabilire un tetto al rapporto deficit/Pil nacque durante il governo Mitterrand per mettere un freno alle spese pazze dei Ministri.
Ma è lo stesso inventore ad ammettere che il paletto del 3% è nato senza alcuna base scientifica: "Prendemmo in considerazione i 100 miliardi del deficit pubblico di allora. Corrispondevano al 2,6 % del Pil. Ci siamo detti: un 1% di deficit sarebbe troppo difficile e irraggiungibile. Il 2% metterebbe il governo sotto troppa pressione. Siamo così arrivati al 3%. Nasceva dalle circostanze, senza un’analisi teorica".
Aujourd’hui en France Le Parisien rivela un altro virgolettato significativo di Abeille: "Abbiamo stabilito la cifra del 3 per cento in meno di un’ora. È nata su un tavolo, senza alcuna riflessione teorica. Mitterrand aveva bisogno di una regola facile da opporre ai ministri che si presentavano nel suo ufficio a chiedere denaro […]. Avevamo bisogno di qualcosa di semplice. Tre per cento? È un buon numero, un numero storico che fa pensare alla trinità".
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