Ci sarà il tanto atteso rally di fine anno o i mercati crolleranno definitivamente verso la fine del 2012 (o inizio 2013)? Quando mancano pochi giorni all’inizio di dicembre 2012, cerchiamo di raffrontare diverse vedute che gli analisti hanno sul mese (e l’anno) che verrà.
Hindenburg Omen sul mercato azionario americano
Sui mercati ci sono alcuni spiragli positivi, ma anche molte ombre: il Fiscal Cliff, innanzitutto, l’incubo di un precipizio fiscale per gli Stati Uniti e, conseguentemente, di una nuova recessione. A questo si aggiunge il conflitto in Medio Oriente, la crisi dell’Eurozona e naturalmente le fosche previsioni per il prossimo futuro. A quanto afferma Gerardo Marciano, capo analista e socio di ProiezionidiBorsa, non c’è da star tranquilli e "ci sono tutti gli ingredienti per rendere i mercati ancora più stabili".
Tuttavia, a pesare notevolmente sulle previsioni di fine anno, anche l’Hindenburg Omen del 14 novembre, segnale tecnico che negli ultimi 22 anni è stato il veggente di tutti i grandi crash dei mercati finanziari.
Cos’è un Hindenburg Omen? E’ un segnale di analisi tecnica creato allo scopo di predire i crash dei mercati azionari e avviene quando si verificano particolari condizioni di mercato (sul New York Stock Exchange) che aumentano le probabilità di un market crash.
Queste particolari condizioni possono tradursi in:
- il numero dei titoli del NYSE che fanno nuovi massimi settimanali nelle 52 settimane precedenti e di quelli che fanno nuovi minimi settimanali nello stesso periodo, devono essere entrambi superiori al 2,2% del numero totale di titoli del NYSE tradati quello stesso giorno;
- La media mobile a 10 settimane del NYSE deve essere in salita;
- L’oscillatore di McClellan deve risultare negativo nel giorno in esame;
- I nuovi 52 highs settimanali non possono essere più del doppio dei nuovi 52 lows settimanali, mentre non può valere il contrario.
Se si verificano tutte queste condizioni in un giorno solo, si parla di un Hindenburg Omen non confermato.
Un Hindenburg Omen confermato, invece, si ha quando un secondo segnale si evidenzia entro 36 periodi giornalieri dal primo segnale.
Analizzando lo storico, si può notare come in presenza di un Hindenburg Omen confermato, nel 24% dei casi ci sia stato un crollo del mercato, mentre nel 41% dei casi un panic selling, e nel 77% dei casi si è invece verificato un movimento al ribasso superiore al 5%.
Si preannuncerebbe dunque un trend ribassista entro il primo trimestre 2013, mentre i rialzi non saranno duraturi nel tempo.
L’altra faccia della medaglia: il rally di fine anno ci sarà
Eppure ci sono anche molti altri analisti che vedono di buon occhio il futuro del mercato e la possibilità che si verifichi un rally di fine anno. L’intesa tra Eurogruppo e Fmi per salvare la Grecia (per l’ennesima volta) riuscirà a contrastare le streghe della legge di bilancio dell’Europa e il temutissimo Fiscal Cliff?
A quanto riporta Il Sole 24 Ore, negli ultimi 10 il rally di fine anno, per Piazza Affari, c’è stato il 50% delle volte (mentre per Wall Street il 70%).
Molti analisti, come Filippo Diodovich di Ig, prevedono il rally di fine anno: "La nostra sensazione è che le Borse saranno influenzate positivamente sia dal positivo andamento dei consumi negli Stati Uniti, sia dal calo delle tensioni in Europa dopo il raggiungimento dell’accordo sullo sblocco degli aiuti alla Grecia. Resteranno timori sul Fiscal Cliff, ma prevediamo che entro fine anno repubblicani e democratici riusciranno a trovare un compromesso".
Il responsabile equity di Credit Suisse, Stefano Andreani, ha invece dichiarato che "da qui alla fine dell’anno" ci sarà ancora spazio "per performance positive dei mercati. Non pensiamo che il riposizionamento degli investitori possa influire negativamente sui corsi azionari, tutt’altro, la quota azionaria nei portafogli segnala un approccio ancora conservativo che lascia spazio per un aumento della percentuale azionaria nei portafogli". Occhi puntati ancora sul Fiscal Cliff, ma "i dati macro sono in stabilizzazione/miglioramento, le valutazioni risultano attraenti e gli investitori sono sempre più alla ricerca di rendimento, dati i tassi sempre più bassi e l’attivismo delle banche centrali continuerà a contenere il downside sulle azioni, convincendo anche chi non ha beneficiato delle buone performance di quest’anno a investire".
Per quanto riguarda le previsioni 2013, sarà necessario attendere il cosiddetto "barometro di gennaio", ovvero l’analisi dell’ultima settimana del 2012 e della prima del 2013: se queste risultano positive, è molto probabile che l’anno che verrà chiuda in positivo.
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