RCS: dopo il boom, il titolo crolla in borsa, -0,33%. Colpa di Della Valle? Non solo

Vittoria Patanè

03/07/2013

RCS: dopo il boom, il titolo crolla in borsa, -0,33%. Colpa di Della Valle? Non solo

RCS va giù, anzi, sprofonda proprio. Dopo aver guadagnato negli ultimi 2 giorni il 36%, le azioni del gruppo editoriale crollano a -33,37 con un valore di 1,246 euro.

Un vero e proprio crollo caratterizzato da scambi anomali, pari a 13 milioni di pezzi a fronte di una media quotidiana che nell’ultimo mese è stata di poco superiore al milione. Il titolo ha addirittura faticato ad entrare in trattativa a causa dell’ingente quantità di ordini di vendita e trovatosi in contrattazione ha subito perdite che hanno quasi azzerato i rialzi fatti registrare dopo il blitz della Fiat.

Intanto c’è grande attesa per venerdì, giorno in cui avranno fine i termini per l’esercizio dei diritti sull’aumento e nel quale si paleseranno i reali rapporti di forza creatisi dopo la scalata del Lingotto.

I motivi del crollo appaiono tuttora nebulosi, anche se l’aut aut pronunciato ieri da Diego Della Valle potrebbe avere creato parecchia incertezza nei mercati.

Diego Della Valle

Diego Della Valle è stato molto chiaro. Lui è pronto a fare la sua parte, ma ci sono alcune condizioni da rispettare: sottoscriverà la sua quota di aumento solo se il patto di sindacato verrà sciolto, se il gruppo si doterà di una nuova governance e se saranno ridiscussi alcuni termini della ricapitalizzazione. In caso contrario, il patron di Tod’s prenderà la sua strada.

RCS sembra quindi spaccata in due: da un lato Fiat, ormai primo socio, dall’altro Della Valle, con il suo 8,7%, e in mezzo gli azionisti minori che non hanno ancora preso una posizione.

Questo quadro non deve essere piaciuto molto agli investitori che, per adesso, hanno preferito vendere.

Le altre motivazioni

Alcuni trader danno una spiegazione differente del crollo verificatosi questa mattina, una spiegazione basata su motivi più tecnici.
Come riferisce Reuters:

"Chi ha acquistato i diritti da oggi può vendere le azioni con la prospettiva di entrarne in possesso a 1,235 euro lunedì, giorno di esercizio dei diritti. Quindi tecnicamente non si tratta di una vendita allo scoperto"

Insomma vendite non dovute a mancanza di fiducia, ma alle migliori condizioni di acquisto che si verificheranno in futuro.

Ma anche tra i migliori analisti ci sono forti dubbi:

"Faccio fatica a commentare un titolo che fa +30 e -30 nel giro di tre giorni. Si rischia di inventarsi le spiegazioni di movimenti in realtà causati da un titolo sottilissimo. Uno spunto speculativo potrebbe essere l’idea che Della Valle decida di non essere più della partita, anche se a me parrebbe strano che decidesse di diluirsi mandando in fumo il suo investimento".

Insomma, nonostante il comunicato rilasciato ieri da Della Valle, la situazione rimane anomala. Si attende quindi venerdì per capire cosa succederà realmente all’interno del gruppo.

Accesso completo a tutti gli articoli di Money.it

A partire da
€ 9.90 al mese

Abbonati ora

Iscriviti a Money.it