Saltata l’apertura prevista per il 2012, i costi hanno raggiunto i 5,4 miliardi di euro e la società che sta costruendo il nuovo scalo berlinese rischia di fallire.
Costi lievitati alle stelle, varianti di progetto in corso d’opera, contratti assegnati senza gara d’appalto e concessi con la violazione sistematica delle norme europee, date d’inaugurazione rinviate di anno in anno: no, non stiamo parlando del solito calvario delle opere pubbliche italiane, ma bensì del nuovo aeroporto di Berlino, nella civilissima Germania.
Ora, che costi hanno raggiunto i 5,4 miliardi di euro, rispetto ai 2 previsti inizialmente, e che l’apertura al traffico aereo è stata rinviata al 2016 - dopo un’iniziale previsione 2012 - a mettere i bastoni tra le ruote, o meglio alle ali, al nuovo modernissimo aeroporto berlinese, si aggiunge un’altra grana: il consorzio incaricato di costruirlo, la Flughafen Berlin-Brandenburg GmbH (Fbb), è prossimo al fallimento e solo l’intervento statale può salvarlo dall’insolvenza.
Il progetto
L’idea di costruire un nuovo aeroporto a Berlino nasce nel 1996, quando viene decisa la chiusura definitiva degli altri due scali cittadini: Tegel, ancora operativo, e Tempelhof, chiuso nel 2008, ormai considerati troppo a ridosso del cento abitato.
Si sceglie così di ammodernare e ampliare - ma in sostanza si tratta di una ricostruzione completa di terminal e pista - il terzo scalo della capitale tedesca, Schönefeld, utilizzato per lo più da voli low-cost.
I lavori cominciano nel 2005 con l’idea di aprire il nuovo scalo entro il 2012 e di spendere al massimo 2 miliardi di euro per costruire un aeroporto intercontinentale da 30 milioni di passeggeri all’anno.
Già pronto anche il nome del nuovo scalo: Flughafen Berlin-Brandenburg International "Willy Brandt",in nome dello storico cancelliere socialista tedesco dei primi anni Settanta.
I ritardi
Ad un mese dalla prima data d’apertura, giugno 2012, però, i primi ritardi: l’impianto antincendio non è a norma e va rifatto da capo. Nuova apertura autunno 2012.
Sotto accusa finisce un ingegnere tedesco, ma di origine italiana, Alfredo di Mauro, che poi si scopre non essere neanche un ingegnere ma solo un disegnatore tecnico.
Ma i problemi non finisco qui, perché nonostante Lufthansa e AirBerlin abbiamo già iniziato a vendere i biglietti per il Willy Brandt, nell’autunno del 2012 l’inaugurazione viene rimandata: prima all’ottobre 2013, poi all’estate del 2014 ed infine ad un più cauto “non oltre il 2016”.
Ma la colpa dei ritardi non è solo dell’impostore di Mauro: nel corso degli anni emergono anche altri gravi difetti di progettazione ed si inizia a pensare che l’aeroporto sia in realtà sottodimensionato.
Il rischio, si mormora a Berlino, è che una volta - finalmente – inaugurato, l’aeroporto abbia subito bisogno di un immediato ampliamento per non saturare la struttura.
Un rischio che non si può correre per l’aeroporto della capitale tedesca: e quindi si dà il via ad un turbinare di varianti in corso d’opera, nuovi appalti ad aziende amiche e ad un susseguirsi di interventi che si rivelano dozzinali e che dilatano ancora di più i tempi e costi.
L’intervento statale
Ad una costruzione che sembra un calvario, si è aggiunto in questi giorni un ultimo, preoccupante, tassello: il settimanale tedesco Der Spiegel, citando un documento riservato della FBB, scrive che l’azienda è ormai in rosso e che già in aprile il bilancio segnava meno 7 milioni di euro.
A maggio, inoltre, il Parlamento tedesco è stato costretto a concedere fondi di emergenza per ulteriori 26 milioni di euro per andare avanti con i lavori.
Ma sono emersi anche altri aspetti, questa volta rilevati dalla Corte dei Conti europea.
I revisori di Bruxelles, che cofinanzia la costruzione dello scalo,hanno scoperto che sono stati spesi 567mila euro per costruire parcheggi sopraelevati da riservare al sindaco di Berlino Klaus Wowereit e ai suoi ospiti.
Ma non solo, perché la costruzione dei parcheggi preferenziali sarebbe stata decisa senza una gara pubblica d’appalto e per di più senza integrare la variante nel masterplan generale dell’aeroporto.
Per proseguire i lavori con celerità e cancellare le passività, infine, secondo quanto riporta Der Spiegel, ci sarebbe allo studio da parte del governo l’ipotesi di una cancellazione dei debiti con i soldi pubblici e la creazione di una bad bank dove far confluire le passività. Il tutto, ovviamente, con i soldi dei contribuenti tedeschi ed europei.
Un vero pasticcio, che a noi italiani strappa da una parte un sorriso e dall’altra l’idea che, alla fine, tutto il mondo è paese.
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